Giulia Molino, l’importanza di credere nel proprio sogno

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Giulia Molino è una giovanissima cantautrice partenopea. Reduce dalla finale del talent Amici 19, Giulia è sempre stata apprezzata dal pubblico che l’ha costantemente premiata al televoto. La sua passione per la musica è racchiusa nell’album Va tutto bene, uscito in questi giorni nei negozi e disponibile in tre versioni. Dagli esordi a oggi, passando per il disturbo alimentare, Giulia Molino ha salutato con successo la sua adolescenza e si dimostra una piccola donna matura e di talento.

Giulia sei giovanissima. Quando è avvenuto il tuo incontro con la musica?

È cominciato per caso, ero in un villaggio turistico insieme alla mia famiglia e stavano organizzando uno spettacolo, un musical. Mi presero per partecipare e il maestro di riferimento, finita l’esibizione, disse miei genitori che ero predisposta al canto e che avrei dovuto studiare. Avevo 8 anni e da lì ho iniziato a studiare canto per 7 anni. Feci il primo provino per Amici nel 2017 e non passai, così ho riprovato nel 2019 e sono riuscita a partecipare alla trasmissione.

Ad Amici non hai vinto ma eri sempre al primo posto al televoto. Cosa piaceva di te al pubblico?

Me lo sono chiesto diverse volte anche io. Alla fine credo che la risposta sia la sincerità con cui ho affrontato quel percorso. Non avevo filtri di fronte alle telecamere o ai microfoni. Il pubblico mi ha quindi dato credibilità perché usciva fuori la Giulia vera. Di fronte allo schermo non puoi fingere, il pubblico se ne accorge. Non si può mentire.

Il tuo primo album si intitola Va tutto bene ed esce in un momento in cui tutto bene non va niente. Cosa ti aspetti, quali risultati produrrà?

Va tutto bene nasce con un messaggio diverso rispetto a quello che si pensa. Non è legato all’emergenza sanitaria, mi era stato anche chiesto di cambiare il titolo del singolo per ovviare a questa possibilità. Non ho voluto perché ci tengo al messaggio originario. Di fatto è diventato un messaggio di speranza. E spero di continuare su questa onda, continuare ad essere una portatrice di messaggi così come mi considerano quelli che mi seguono.

L’album contiene sonorità pop tranne Nietzsche, una traccia rap che esplora il disturbo alimentare che hai superato.

Sì ho sofferto di un disturbo alimentare, l’anoressia, dai 15 ai 18 anni. Posso dire che di fatto è stato il periodo che mi ha più formata. L’anoressia è un disturbo che ti lascia tanti segni e io ne sono uscita più forte. Mi stava cambiando totalmente perché è un disturbo masochista allo stato puro, tu vuoi farti del male e ti allontani da tutto ciò che ti fa star bene. Oltre la salute stava andando in fumo anche la mia passione per la musica. Ero davanti a un bivio e dovevo decidere se vivere o morire. Ho capito che la vita e il talento sono dei doni. Così mi sono aggrappata all’unico sogno che avevo in vita, ossia alla musica e nel 2017, benché la ripresa sia stata lenta, ho superato il disturbo. Nel 2018 ho iniziato con l’approccio alla scrittura dei miei testi che a quel punto erano l’esplorazione del mio vissuto.

C’è qualcosa della musica che ti fa paura?

Mi fa paura l’invidia. Spesso l’ho vissuta attraverso persone che non ti supportano e fanno di tutto per scavalcarti e ferirti. Io ho un approccio diverso, ho occhi innamorati e ambiziosi nei confronti di chi fa meglio di me. Seguo sempre il consiglio di Picasso, rubo con gli occhi dove posso per imparare e superarmi.

Questo periodo di isolamento forzato quali riflessioni ti sta portando a fare e se ne stai prendendo spunto artisticamente

Sto utilizzando questo tempo per la riflessione e la meditazione. Cerco di trovarci il lato positivo, come riposare dopo l’esperienza di Amici che è stata molto complessa e che richiedeva la massima attenzione. Cerco di lavorare su me stessa di mantenere alta la mia solarità. Sto scrivendo tantissimo e per questo ringrazierò sempre la trasmissione televisiva, mi ha dato modo di provare emozioni da utilizzare nel mio lavoro.  Provo a trasmettere questa mia solarità e positività alle persone che mi seguono sui social cercando di infondere forza, condividendo il tempo e dando speranza per un momento che passerà. Stiamo  insieme grazie alla musica!

Cosa vorresti dire ai giovani in questo momento?

Di non avere paura, di continuare a credere in un proprio sogno. Di superare gli ostacoli che ci impediscono di avere ambizioni, di sognare. Questo lo dico in generale non solo a chi sta lottando contro l’anoressia. La sofferenza è uno dei momenti di passaggio della vita, bisogna essere forti e continuare sulla propria strada.

Come li trovi questi giovani, ambiziosi o annoiati?

Sono più ambiziosi. Mi ringraziano spesso per i messaggi che colgono nelle mie canzoni. Mi sento dire ‘grazie a te ho cominciato a cantare, ho cominciato a suonare pianoforte, a scrivere’. Questo è il buono della musica. Nell’ ammirazione nei miei confronti trovano la forza per coltivare le proprie di ambizioni

E in conclusione, cosa vorresti dire a Giulia?

Di essere sempre forte e di non abbassare più la testa. Non permettere a niente e nessuno di farla sentire non all’altezza o mai abbastanza.

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Mary Ferrara
La passione per l’Arte e la Comunicazione l’ha orientata inizialmente verso il Giornalismo, diventando critico teatrale, cinematografico e musicale. Successivamente ha ampliato la sua specializzazione nel linguaggio teatrale sotto la guida del Maestro Antonio Nobili come allieva ed assistente alla regia. Ha affrontato il palco in veste sia di attrice negli spettacoli ‘Il Canto di Danae’ (Regia di Serena De Simone), ‘Hamlet’, 'Casa di Bernarda Alba', ‘Nozze di Sangue’, 'Donna Rosita Nubile', 'La Calzolaia Prodigiosa', ‘Rocky Horror Picture Show’, ‘De Profundis’ (Regie di Antonio Nobili), ‘Personnages...in cerca d’autore (Regia di Cathy Marchand), ‘Piombo e Cocaina’ (Regia di Pietro De Silva), ‘Back At Freak Show’ (Regia di Tommaso Bernabeo), ‘Tutti al Macello’ (Regia di Antonio Cervigni), che regista di prosa, di musical (Lovecraft’s Tales, Ecabe, I Giganti della Montagna, Footloose, Musicology, RomeoFeatJuliet, Le Baccanti, Sogno di una notte di mezza estate, Musicology, Club 2.7, War e Mademoiselle C.) ed opera lirica (Il Flauto Magico e Bohème nel 2012, Attila, La Traviata e Don Giovanni nel 2013, Nozze di Figaro nel 2014). Dal 2010 è Vice Presidente e docente dell’Accademia di Recitazione ‘TeatroSenzaTempo’ di Roma. Attualmente è anche Caporedattore di Roma e del Centro Italia per la testata ‘Teatro.it’.