Ma il “sorosismo” si infrangerà contro il muro della realtà

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Heinrich-Böll-Stiftung via Flickr ph. stephan-roehl.de

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Se George Soros fosse un rivoluzionario al pari di Lenin. Spietato e determinato come lui nel portare avanti la propria visione del mondo, il proprio sogno. Anche se ciò può significare che qualcuno possa rimetterci le penne, come i tanti migranti annegati in mare trasformando il Mediterraneo nel più grande cimitero dei nostri tempi. Non solo un filantropo-miliardario, ma una figura da esplorare, capire e (perché no) temere. Pierre-Antoine Plaquevent con Soros e la società aperta. Metapolitica del globalismo (Passaggio al Bosco, 2020, € 18) ci offre un affresco storico e filosofico di uno dei protagonisti (o profeti) di quest’epoca. Un pamphlet volutamente critico, quindi scorretto. Talvolta però servono delle lenti d’ingrandimento da bastian contrari per mettere meglio a fuoco i fenomeni e coglierne i segni. 

L’ispiratore di Soror è Karl Popper, i cui concetti base sono semplificati (se non banalizzati) dall’apparato della Open Society Foundation. Dal filosofo viennese ha preso in prestito l’ispirazione per arrivare a quella società aperta che, per stretta necessità  concettuale,  si contrappone alla tenebrosa e obsoleta società chiusa. Un conflitto che in Victor Orban, il premier ungherese, trova la rappresentazione plastica dell’antagonista. Attraverso la guerra dichiarata tra i due magiari passano le polarizzazioni in corso del contesto mondiale, compresi gli allarmi scomposti sui presunti “pieni poteri” costituzionalmente assunti in piena emergenza coronavirus

Soros e la società aperta. Metapolitica del globalismo (Passaggio al Bosco

 «I miliardi di Soros hanno permesso l’espansione rapida e generalizzata dei sofismi popperiani – si legge nella prefazione – ma nessun grande pensatore contemporaneo serio riprenderà per suo conto questa crisi di adolescenza filosofica. I potenti di questo mondo si assoceranno ancora a lungo con George Soros per beneficiare dei suoi fondi, delle sue reti e partecipare alla sua conquista del potere, ma la sua ideologia, esposta dai giornalisti o dai fiduciari del miliardario, non può divenire che oggetto di scherno da parte degli autentici pensatori conservatori contemporanei. Il sorosismo si infrangerà contro il muro della realtà (ad esempio le ondate migratorie in Europa) e quello dell’intelligenza». 

A che serve leggere dunque la pagine di Plaquevent? Perché «di fronte alla marcia forzata verso il “globalitarismo” che costituisce il progetto di George Soros e della Open Society Foundation, il primo fronte resta, per adesso,  quello dell’informazione. È il nostro da parecchi anni. Possa questo studio contribuire al soprassalto contro l’assalto globale, portato avanti da decenni da parte delle emanazioni reticolari della Società Aperta contro le nostre società, i nostri modi di vivere e il nostro avvenire. Forse, non è ancora troppo tardi». 

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