Com’è difficile la felicità! Ma con una famiglia extra large…

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Happy Hippy Family, è questo il titolo del nuovo romanzo scritto dalla giornalista Stefania Nascimbeni per la collana di narrativa Varianti co-diretta da Sara Rattaro, autrice pluripremiata.

Questo romanzo di duecentottanta pagine pubblicato dalla casa editrice Morellini racconta, con un stile ironico e brillante, la storia di una donna che, entrando in terapia per curare un disturbo alimentare, realizza che il suo matrimonio apparentemente perfetto è finito. Non resta che ripartire da una città, Milano, che non offre grandi speranze per una quarantenne separata e con un figlio piccolo. Lavori precari, uomini sposati e altri casi umani incontrati per caso costelleranno il suo percorso di ripresa. Malgrado tutto, la sua stravagante famiglia allargata, dove tutti sono separati e risposati con altri separati con figli funge da conforto per superare questo momento alquanto delicato.

In “Happy Hippy Family” di Stefania Nascimbeni la scrittura diventa balsamo curativo che reca con sé ottimismo e voglia di riscatto

Happy Hippy Family è un libro sulle convenzioni che spesso siamo obbligati ad accettare e su come sia difficile scegliere la propria felicità senza per questo ferire chi ci sta vicino. Ed è ancora un viaggio introspettivo in cui forte è il dolore che si manifesta con un corpo devastato da un disturbo alimentare che prende sempre più il sopravvento fino a sfinire la persona che si ritrova in preda alla disperazione.

In soccorso della protagonista arriverà la sua bizzarra famiglia extra large composta dal padre orso ma dal cuore tenero, dalla madre geisha, dal fratello iperprotettivo, dalla sorella manager rampante, dalla zia veggente, dalla nonna Sara che veglia dall’alto e guida le scelte della sua adorata nipote e dagli gli amici veri – La rossa, guru Pitka, Miky, la socia del Buen retiro – che la avvolgono con tutto il loro sincero affetto.

Ma l’aiuto offerto dai propri cari non è sufficiente. Questa giovane donna, di cui non conosciamo neanche il nome, ha bisogno di potersela cavare da sola. Totale è stata la dipendenza dal marito. Ecco che al lettore viene presentata una donna che, pur ammettendo le proprie fragilità, non si perde d’animo e riesce a trasformare i suoi punti deboli in punti di forza, riuscendo così a far prevalere la sua voglia di vivere che passerà dall’accettazione verso se stessi.

L’autrice si fa portavoce quindi di un messaggio di speranza e parla a tutte quelle donne che sono rinchiuse nel proprio dolore, grazie allo strumento che le è più congeniale, la scrittura, che in questo caso specifico diventa balsamo curativo che reca con sé ottimismo e voglia di riscatto.