Con Francesca Barbi Marinetti sogniamo i sogni di Danica Ondrej

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Rivelazioni sottese, la mostra di Danica Ondrej a Roma

Danica Ondrej è una pittrice slovacca di cui Francesca Barbi Marinetti cura la mostra insieme a Karima Ruzzi presso l’Istituto slovacco a Roma e l’Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia. La mostra si intitola Rivelazioni sottese, dal 23 Gennaio al 21 Febbraio 2020 in via dei Colli della Farnesina a Roma.

L’infanzia e la giovinezza vissute in un paese dal forte cambiamento sociale come la Repubblica Slovacca e la successiva formazione artistica in Italia (a a Milano per la precisione) hanno permesso a Danica Ondrej di sviluppare tecniche e stili differenti, che si riflettono nella suddivisione dello spazio espositivo in molteplici aree, che conservano i caratteri più intimi dell’artista.

In mostra le serie degli Allumini e dei Collage (2010 e 2017), i primi ispirati al film di Andrej Tarkovskij Lo Specchio e gli altri al linguaggio della pubblicità, segno dell’allontanamento sia temporale, sia spaziale dal luogo dell’infanzia dell’artista, ormai catapultata nel consumismo di una realtà occidentale.

Le serie Donne e Nuovi Lavori (2017-2019) approfondiscono l’indagine sulla contemporaneità, la frenesia che la caratterizza e il rapporto che l’uomo ha con essa con un punto di vista femminile. Le Donne di Danica Ondrej sono rappresentate in pose naturali, custodi di una melanconia e di una nostalgia per i tempi ormai passati. Immortalate in nudità decadenti o in pose inconsuete rappresentano la femminilità nella sua quotidianità. Dal figurativo all’astratto simbolismo femminile: nei Nuovi Lavori l’atmosfera si fa sempre più evanescente, mentre l’utilizzo di oggetti desueti che rievocano la memoria culturale femminile, come pizzi, merletti e lenzuola permettono all’artista di richiamare quel tempo delle madri che sempre più si fa lontano.

Come scrive Francesca Barbi Marinetti nel testo che accompagna la mostra:

“Si evidenzia il concetto di un Tempo assoluto, in cui l’età dell’infanzia e quella della vecchiaia si confondono e si fondono. Ed è la poesia e l’arte a ripescare quel luogo mitico ed onirico dove nulla è perduto e tutto si realizza perché è già così da prima, come nella meravigliosa poesia di Andreij Tarkovski:

E lo sognavo, e lo sogno,
e lo sognerò ancora, una volta o l’altra,
e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,
e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.
Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo
un’onda dietro l’altra si frange sulla riva,
e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello,
e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.
Non mi occorrono le date: io ero, e sono e sarò.
La vita è la meraviglia delle meraviglie, e sulle ginocchia della meraviglia
solo, come orfano, pongo me stesso
solo, fra gli specchi, nella rete dei riflessi
di mari e città risplendenti tra il fumo.
E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia.