Guida alla paura: tutte le mappe del buio

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Foto di Milos Duskic da Pixabay

Può esistere una mappa del buio? Difficile dirlo.

Chi, oggi, esplorando gli scaffali di una libreria, avesse voglia di tracciare i percorsi di una immaginaria “Guida della Paura”, rimarrebbe in molti casi deluso: troppa oscurità che non intimorisce più nessuno, troppo sangue finto incapace di stupire. Figuriamoci poi le vecchie figure che abitavano la notte una volta: fantasmi, uomini neri e tradizionale compagnia orrorifica.

Il brivido, nel migliore dei casi, è ormai diventato materia di divertimento pop, modellata secondo cliché che piacciono proprio perché tali: le città maledette di King (sempre più zuccheroso e prolisso), la carne torturata di Barker, oppure gli slasher un tanto al chilo di stampo cinematografico.

Ciononostante, oltre il tendone da circo della paccottiglia buona forse per Halloween, qualcuno che scavi a fondo nello stagno della paura ancora c’è. Un esempio ? Davide Camparsi.

Pluripremiato, a suo agio tanto con il fantasy che con l’horror, Camparsi è infatti autore del recente Una Geografia delle Tenebre (Dunwich Edizioni, 2019, 229 pg., 14,90 Euro), una raccolta di racconti de paura di quelle capaci di rilucidare a dovere l’attrattiva – a dirla tutta un po’appannata – dell’horror.

Gli ingredienti del cocktail sono da subito quelli giusti: le inquietudini di una maternità malata e funerea (Fagiolo), il folklore più maledetto e oscuro (Il buco nel muro)… Persino miti che sanno ormai di polveroso come quello delle sirene trovano nuovo lustro, come nel caso di Canto d’Estate. Scolarsi d’un fiato il bicchiere e chiederne ancora è questione di un attimo. E non solo.

 Una Geografia delle Tenebre, l'horror di Davide Camparsi

Nel raggiungere un simile risultato, infatti – farci tenere la luce accesa, farci ricontrollare l’angolo vicino la porta e mille altri accorgimenti che il lettore di storie paurose ben conosce – Camparsi ha il pregio rarissimo di non cedere mai alla tentazione dell’effettaccio da Grand Guignol.

Intendiamoci: quando è necessario, le lame tagliano e il sangue scorre… eccome se scorre! E tuttavia, l’effetto orrorifico nasce sempre da spunti apparentemente innocui, quasi quotidiani, descritti con semplicità crudele: l’acceleratore non è mai pigiato a caso.  

Una voce dal muro, o da dentro la testa. La ripugnanza di culti ancestrali, troppo vecchi e orribili per esistere vicino a noi. Possono mai essere veri? Certo che no. Anzi, è fin troppo facile trovarli ridicoli, e farsene due risate alla luce del sole.

Proprio lo stesso, stupido errore compiuto dai molti personaggi di Una Geografia delle Tenebre. Voi, invece, non fate quello di perdervela.