Nel Rinascimento Oscuro a caccia di mostri col maestro d’armi

1

Nelle sue multiformi apparizioni, sia oniriche che letterarie, il Mostro è un archetipo ineliminabile.

Proprio il suo moltiplicarsi, proteico e inesauribile attraverso le ere, ci indica come fonte perpetua del suo rinascere la psiche umana, sancendo così l’eternità del ciclo che lo vuole avversario tanto dell’Eroe quanto dell’Ordine.

Ogni epoca, però, ha i suoi mostri, e colui che li affronta impara ben presto che essi non sono tutti uguali: se davvero vuole vincerli, deve dotarsi dell’arma più acconcia. E’ proprio questo, in estrema sintesi, lo spirito con cui Jari Lanzoni, maestro di scherma storica, rievocatore ed esperto di armi antiche, propone il suo “La scherma del cacciatore di mostri” (Lambda House, 2019, 197 pagine., euro 13).

Mascherato sotto la veste di perduto codice cinquecentesco fatalmente ritrovato, questo manuale dell’aspirante schermidore fantastico gioca infatti a mostrarsi come reliquia di un immaginario  “Rinascimento Oscuro”, popolato da intere schiere di esseri fatati, gli Innaturi. Questo perché “…Noi possiamo ormai dirci Urbinati, uomini delle città. Oltre i nostri bastioni, però, si possono incontrare ancora i Selvani, gli uomini del bosco, che rifiutano il fuoco e le mura”.

 “La scherma del cacciatore di mostri”, il libro di Lanzoni

Così, allestito sulla base dei consigli del supposto maestro d’armi veneziano Johanni della Viverna, il saggio di Lanzoni espone una lunga serie di vere tecniche marziali, retaggio dell’esperienza maturata dai combattenti medioevali e rinascimentali. Non stupisca, in questo senso, che l’autore proponga come fittizio esperto di cose militari un veterano di sangue nostrano: l’Italia del XVI secolo, quella dei capitani di ventura e degli eserciti mercenari, aveva ben affinato le arti della guerra, e le sue milizie erano universalmente note per la perizia con cui maneggiavano alabarde, stocchi e pugnali.

Diviso in sezioni, il manuale affronta con didascalica precisione tutta una serie di questioni scottanti per l’aspirante maestro d’arme authenticato: i vari tipi di creature fatate in cui è possibile incappare, quale approccio sia bene tenere con le autorità secolari ed ecclesiastiche (difficilmente, infatti, principi o porporati si compiacciono di apprendere della presenza di Innaturi nei loro feudi), quali armi sia conveniente portare con sé e via discorrendo. Il tutto reso gustoso dall’utilizzo di uno pseudo italiano cinquecentesco, che avrebbe forse fatto inorridire il Bembo, ma che regge bene il gioco dello pseudobiblium. Una ennesima dimostrazione, quella operata da Lanzoni, di come il vero Fantastico si nutra proprio delle suggestioni e del fascino della Storia.

1 commento

  1. La recensione ha il pregio di stimolare la attenzione dell’esperto e la curiosità dell’appassionato, ma allo stesso tempo mette in evidenza l’estensione della conoscenza del recensore.

Comments are closed.