Eva, come la prima donna sulla terra, segna per Anna Luana Tallarita, voce da sirena, poliedrica artista e intellettuale italo portoghese, l’incontro tra la musica jazz e un mondo pop tinto di chiare note samba, bossa, funky e saudade portoghese.
Nel progetto, il sesto per la cantautrice jazz, firmato, ideato e arrangiato dalla stessa, suonano jazzisti di stile del jetset romano quali: il contrabbassista Dario Rosciglione di cui Anna Luana canta ‘Eu queria’ traducendone il testo; il pianista Andrea Rea, incantevole nel duet di ‘Volare’, il batterista Lucrezio de Seta, dalla ritmica sostenuta in ‘A vida de uma rosa’.
Eva racconta le storie della quotidianità e della società: come i testi di ‘I pesci cantano’, ‘Lulu samba’ e del mondo onirico, introspettivo di Anna Luana. E tutto questo adornato dalle blue notes, la beguine in odor di fado ‘Lisbon’, fino alle dinamiche funky di ‘Odiandoamando’.
L’omaggio arriva anche a tre artisti di spessore di cui interpreta:’ Sicily’ di Pino Daniele e Cick Corea, ‘Se mi vuoi’ di Bruno Martino e ‘Inútil paisagem’ di J. C. Jobim. Insomma, Eva è l’invito per un viaggio tra i colori e i profumi, dei mondi percorsi e interpretati dalla Tallarita.
L’INTERVISTA OFF AD ANNA LUANA TALLARITA
Da dove nasce il tuo amore per la musica?
La musica per me è ritmo, è il battito del mio cuore. La condizione di artista mi appartiene dalla nascita, tutto il resto che poi ho incontrato, studiato, cercato, è stata una serie di risposte alle domande che mi sono sempre posta sulla vita. La musica, strada facendo, è stata anche il motore che mi ha consentito di superare le difficoltà e i sacrifici che la vita mi ha chiamato a compiere.
Raccontaci delle tue origini tra Italia e Portogallo.
L’Italia mi ha visto nascere, mentre il Portogallo mi ha adottata. Le origini della mia famiglia sono calabresi, infatti sono cresciuta tra Lombardia e Calabria. Poi ho studiato a Siena, Roma, Bologna, Genova e Parigi, fino a stabilirmi a Lisbona. Questa mia condizione di viaggiatrice mi ha permesso e mi permette tuttora di mantenere una visione particolare del mondo, del rapporto con l’altro e del rispetto delle culture diverse dalla mia che mi hanno accolto.
Sei un’artista a tutto tondo…
Attraverso l’arte mi scopro e mi riscopro, aprendomi ad una libertà possibile solo attraverso il filo che mi lega agli spettatori durante le mie performance. Sono innamorata della cultura, anzi, delle culture: le tante che incontro quotidianamente e nei miei molti viaggi. Amo in particolare l’arte italiana, la cultura di questo paese, in particolar modo quando si mescola alle altre culture del mondo. Amo anche l’arte giapponese e coreana, tanto che, a volte, mi sento una geisha: un’opera d’arte che cammina…
Hai conseguite diverse lauree e specializzazioni. Da dove viene la passione per lo studio?
Sono una donna curiosa e sono stata una bambina molto curiosa, in cerca di risposte. Le mie lauree e specializzazioni provengono dunque da questa voglia di risposte, unita alla passione per la ricerca e lo studio, poiché solo il sapere ci rende liberi fino infondo. La prima laurea che ho conseguito è stata quella in Lettere con specializzazione etno-antropologica. Dopodiché ho studiato psicologia sociale con Crepet e ho continuato con un’altra laurea in filosofia cognitiva, conclusasi con una tesi sulla condizione femminile nel mondo arabo. In quegli anni ho anche continuato gli studi di jazz in accademia e gli studi di design a Parigi. Ho poi conseguito il titolo di Design industriale a Lisbona con una tesi sul rapporto fra realtà virtuale e contemporanea. Successivamente ho conseguito il Dottorato di ricerca in “materiali e culture” a Villareal, in Portogallo, e da lì sono stata invitata a insegnare design, filosofia dell’arte, creatività e innovazione all’Università Iade di Lisbona, nonché canto jazz e etno-musicologia al conservatorio di Tomar. Ultimamente invece ho insegnato canto jazz e performance al conservatorio privato Ema di Santa Cruz.
In un tuo brano nasce prima la musica o il testo?
Io sono allieva di Mogol, ho studiato insieme a lui e mi sono formata al suo fianco come cantautrice, pertanto scrivo prima le musiche,che hanno insite il testo. Reputo infatti che sia più significativo comporre la musica…e poi capire cosa ci sta raccontando.
Cos’è il Jazz per te? Descrivilo con tre aggettivi.
Libertà, disciplina, eleganza.
Cos è invece la filosofia in una parola?
Essenza
Ci racconti di “Eva”?
Eva è una primadonna, un po’ come me. E’ l’incontro fra i mondi della musica che più mi rappresentano, ovvero quello del jazz con la Samba, la Bossanova, mescolate con il pop in un ricetta inedita. Per “Eva”, rispetto agli altri i miei dischi, ho fatto un lavoro che di più si avvicina alla musica popolare per far sì che il jazz non resti sempre e comunque una musica solo di nicchia ma possa vivere Di più ampio respiro.
Per concludere, raccontaci un episodio OFF della tua carriera…
Di situazioni ce ne sono state tante.. sono state quelle che mi hanno motivato ad andare avanti e risollevarmi da terra. Non ve ne è uno in particolare, se non forse i problemi di salute molto seri che ho avuto in passato che mi hanno aiutato a capire che, nella vita, il momento giusto per sognare è sempre il presente.