Lo scientismo porta l’uomo alla dissoluzione di se stesso

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La scienza oscurantista di Jean Josipovici
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Nella seconda metà del XIX secolo, in Francia, nasceva l’idea di una scienza capace di risolvere tutti i bisogni e problemi dell’uomo: la corrente filosofica denominata scientismo si fece strada nell’ambito del Positivismo nato da Henri de Saint-Simon e dal suo discepolo Auguste Comte.

L’idea dominante era quella per cui il sapere scientifico dovesse divenire fondamento di conoscenza in tutti gli ambiti, anche in quello etico. In sostanza si riteneva che la scienza fosse l’unico strumento umano per comprendere la vita in tutte le sue sfumature, negando qualsiasi fondamento di tipo spirituale respingendo in assoluto ogni forma di metafisica.

Ma la realtà è ben diversa: l’universo e le sue leggi, la vita e la coscienza sono molto più complessi che la somma delle loro parti e con le scoperte sullo spazio come sul tempo e la fisica quantistica, per non parlare del DNA e la sua incredibile complessità, per approdare alla natura della memoria e della salute in cui i rapporti con le altre persone sono assolutamente fondamentali tanto da ridefinire il concetto di malattia, possiamo dire senza ombra di dubbio che la visione naturalista basata sull’idea scientista sia non solo riduzionista ma sostanzialmente tramontata per fallimento.

Le scoperte scientifiche sono fondamentali per la comprensione del mondo in cui viviamo ma, pace per i materialisti, non sono di spiegare come l’uomo sia nato e il perché della vita.

La scienza oscurantista di Jean Josipovici

Su questo argomento è in uscita in tutte le librerie il nuovo testo curato da Luca Siniscalco per le edizioni Iduna dal titolo “La scienza oscurantista” di Jean Josipovici: il testo è una vivace critica al mondo scientifico dove la lettura è leggera e, con documentazione ineccepibile, colpisce in modo completo il fanatismo e “…l’autoritarismo disumano delle scienze, evidenziando con chiarezza i limiti del razionalismo scientista”.

Nella sostanza, il libro dimostra l’insuccesso totale dello scientismo nel volere annientare la spiritualità costringendo l’uomo in un baratro materialista: il mondo “voluto e creato” dallo scientismo conduce l’uomo verso la dissoluzione di se stesso.