Un diplomatico nella bolla d’aria della Tunisia in tumulto

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Un diplomatico nella bolla d’aria della Tunisia in tumulto

Spesso capita che un romanzo sia ispirato a esperienze realmente vissute da parte dell’autore, il che dà un valore aggiunto all’opera; questo in parte è il caso de La bolla d’aria, esordio letterario di Marco Villani (Historica, 2019, 248 pagine, 17 euro).

Il protagonista, Luc Belthazar, è un diplomatico francese che lavora nell’ambasciata del suo paese a Tunisi, nel periodo appena precedente alla caduta di Ben Ali, dove conduce una vita noiosa e monotona. La sua routine si spezza quando deciderà di partire per un lungo viaggio attraverso la Tunisia, l’Algeria e la Libia per ritrovare se stesso. Il tutto avendo come sfondo un paese sull’orlo della rivoluzione.

Il personaggio di Luc è in parte un alter ego dell’autore: infatti Villani è un diplomatico che nei primi anni 2000 ha vissuto davvero in Tunisia, e che attualmente è console italiano a Londra. La vita che Luc conduce in Tunisia, paese per cui sembra provare un ambiguo rapporto di amore-odio, è una vita che nonostante il lusso in cui vive non sembra dargli una vera soddisfazione, dove si è costruito la sua personale “bolla d’aria”. Ma tutto questo cambia dopo che Luc incontra Farah, una giovane rivoluzionaria ostile al regime di Ben Ali, e i due si lasciano trasportare dalla passione nella villa di Koubet el Haoua, che non a caso in arabo vuol dire “la bolla d’aria”, e ciò lo destabilizza ma in senso positivo.

La narrazione alterna capitoli di “calma piatta” ad altri carichi di adrenalina e passione.

Un ruolo importante nel suo cambiamento interiore viene giocato da vari personaggi femminili con cui ha relazioni fuggenti, tutte accomunate da forza e determinazione non comuni. Ciò vuole riflettere la cultura di un paese, la Tunisia, che pur tra alti e bassi cerca di assomigliare più all’Occidente che ai suoi vicini del Maghreb.