Vanessa Grey è una cantante e conduttrice radiofonica calabrese che a Milano ha trovato la sua seconda casa. Il suo nome, nato durante le registrazioni di un disco in Canada, ci ricorda come nella vita esistano si il bianco e il nero, ma tra essi ci siano una grande quantità di sfumature. In onda ogni giorno su Radio Zeta, Vanessa Grey si racconta ad OFF…
Canto e conduzione radiofonica, quale delle due passioni è nata prima?
Prima il canto. Sono salita su un palco la prima volta quando avevo 10 anni. La mia prima insegnante è stata la mamma di Mia Martini e Loredana Bertè. Ho di lei un bellissimo ricordo, mi ha insegnato tanto e conservo ancora una spilla a forma di chiave di violino che mi ha regalato. Poi da cosa nasce cosa e capitava spesso che mi chiedessero di presentare della manifestazioni. Io però volevo solo cantare. Poi ho partecipato ad un concorso canoro con una canzone che avevo scritto io, Mai, non dire mai. Non vinco, ma mi è stato dato il premio radio. Vado in radio con la mia canzone e dico: ciao sono Vanessa e questa è la mia canzone Mai, non dire mai. Il direttore di questa radio, Radio Sound, mi ha sentito e mi detto che secondo lui ero portata per fare radio. Io gli ho risposto che non ci avevo mai pensato, ma che i miei musicisti mi chiamavano radiolina, perché parlavo sempre. Io non l’avevo presa troppo in considerazione questa cosa della radio all’epoca. Poi sono stata per un periodo a studiare a Cambridge e una volta rientrata mi sono detta quasi quasi lo chiamo. Vado in radio e da lì ho iniziato a fare radio con il direttore, Luigi Grandinetti, e poi ho avuto il mio programma.
E poi da quella radio come sei arrivata al gruppo RTL 102.5?
Ho iniziato a fare interviste, la mia prima è stata con Mogol. Poi ci sono state le dirette da Sanremo. Faccio altre radio e inizio a lavorare concretamente. Avevo 27 anni, facevo radio, collaboravo con due associazioni musicali, mi ero laureata e mi sono detta ho raggiunto tanto qui in Calabria. Lascio la Calabria e mi trasferisco a Milano dove c’era il mio ragazzo. Il primo anno è stato difficilissimo, non trovavo niente ne nel campo artistico ne con la mia laurea. Poi finalmente si è aperta una piccola porta a budget zero, Radio Danza, una radio sul web. Da quella arriva poi Radio Panda e grazie ad una serie di fortunati incontri sono arrivata a Radio Reporter. Poi ho continuato a cercare. Cosi sono arrivata a Radio Bella e Monella che ho contattato perché sapevo che era partner di un concerto di Toto Cotugno, io conoscevo il manager e gli ho chiesto di poter andare al concerto. Lì sono riuscita ad ottenere un contatto e ho mandato un provino. Così ho iniziato a lavorare contemporaneamente in più radio, facendo sacrifici che poi mi hanno portato fino a Radio Zeta.
A Radio Zeta sei in onda tutte le mattine dalle 6 alle 9 con Gianni Riso. Com’è lavorare con un personaggio che ha fatto la storia della radio in Italia?
È una meraviglia. Io sono stata una sua scoperta. Mi aveva conosciuto quando ero a Radio Bella e Monella e mi ha proposto come nuova voce femminile. I primi giorni sono stati difficili perché lui era un po’ diffidente, poi le cose sono migliorate. Dice che con me si diverte, che ci capiamo. C’è alchimia, ci vogliamo bene e questa cosa si sente quando siamo in onda. Ridiamo con le lacrime e dopo l’intervento ci diamo il cinque. Mi tiene molto in considerazione nella scelta degli argomenti. È veramente fenomenale. Da lui imparo sempre tantissimo, è sempre sul pezzo.
Da cantante quando passi le canzoni in radio ti capita di dire: “questa l’avrei voluta tanto cantare io”?
Si sempre! Mi capita spesso di pensare: “Questa la potrei fare bene”. Convivono i due stati di cantante e speaker.
Ci sono dei punti in comune tra queste due professioni?
Certo. C’è sempre l’attenzione verso la musica. Quando tu stessa canti e hai davanti un artista da intervistare o un brano da annunciare hai una percezione diversa perché sai cosa vuol dire scrivere una canzone, avere un momento di difficoltà o dover affrontare un live.
Per quel che riguarda la tua carriera da cantante a cosa stai lavorando?
Sto lavorando a un nuovo singolo che uscirà a settembre. Sono contentissima, è una canzone che parla di me e credo che mi darà belle cose. C’è già un titolo, ma non lo dico per scaramanzia.
So che sei anche impegnata in una serie di date in cui porti in giro le storie delle cantautrici e interpreti italiane.
Si, racconto aneddoti legati alla loro carriera o magari a qualche spunto che è emerso quando le ho intervistate. Poi canto le loro canzoni. Prendo alcuni brani di Arisa, Mina, Fiorella Mannoia o Patty Pravo e li reinterpreto accompagnata alla chitarra da Luca Giugno.
Secondo te la donna nel mondo dello spettacolo com’è vista oggi? Ci sono ancora delle discriminazioni?
Si. Devi faticare un po’ di più. E’ come se alcuni ruoli la donna non li potesse ricoprire. La donna ha una marcia in più, ma in molti casi ne ha una meno, per colpa degli altri però.
Mi racconti un episodio OFF della tua carriera?
Una cosa che porto nel cuore è presentare all’Arena di Verona. Quando sali su quel palco ti batte il cuore fortissimo e vorresti rimanere lì sopra per tutta la vita. Era per il Festival Show. Prima di iniziare avevo un po’ di paura, ma poi su quel palco sono bastati cinque secondi ed era già casa mia.