Vamos a la Playa, L’estate sta finendo e No tengo dinero sono solo alcuni dei tormentoni firmati dai Righeira, un duo esplosivo che ha contribuito a scrivere tante pagine spensierate della storia della musica italiana degli anni 80. Oggi Johnson Righeira è tornato sulle scene, ma senza l’inseparabile Michael, con un nuovo singolo, Formentera, che segna il ritorno della collaborazione con i fratelli La Bionda.
Cosa rispondi ai fan che continuano a chiederti il motivo dello scioglimento dei Righeira?
Rispondo che tutte le cose, purtroppo, hanno un inizio e una fine. Nel corso degli anni, poi, inevitabilmente si cambia. E quando gli obiettivi di due persone diventano diversi, la convivenza diventa impossibile. Lo scioglimento dei Righeira è stato qualcosa di fisiologico, che stava maturando da tempo.
Dopo un iniziale grande successo, i Righeria si sono sentiti sempre meno: come mai?
Il nostro successo è stato immediato, travolgente, già agli esordi. Dopodiché, dopo tutti quei tormentoni, tutti si aspettavano sempre da noi delle hit a tutti i costi. E a quel punto, curiosamente, ci siamo ritrovati a vivere una sorta di gavetta, che generalmente si fa all’inizio della carriera e non dopo aver avuto tanto successo, com’era capitato a noi.
Formentera è il titolo del tuo nuovo singolo: come nasce?
Quattro anni fa, quando mi sono separato artisticamente da Michael, che ha intrapreso altre strade. A quel punto, ho deciso di reimpostare la mia carriera, ritrovandomi come all’inizio del mio percorso professionale. È così è nata quasi spontanea l’intenzione di tornare a collaborare con i fratelli La Bionda, con cui avevo già collaborato tantissimi anni fa. Inizialmente, la loro collaborazione era prevista nella sola produzione, mentre invece, con il passare del tempo, rimaneggiando il brano, sono diventati assieme a me gli esecutori.
Perché Formentera?
Perché ci vado spesso, da diversi anni, visto che sin dalla prima volta che ci sono stato me ne sono innamorato. Però tengo a specificare che io amo Formentera non per la mondanità ma per la sua bellezza, di cui decido di goderne fuori stagione, quando generalmente ci va pochissima gente. Come atto d’amore nei confronti di questa terra, ho deciso di lanciare attraverso il nostro brano, un messaggio a sfondo ecologico, contro l’inquinamento del mare, che rischia di offrire all’uomo dei pesci di plastica.
Un episodio OFF della tua carriera?
Ai tempi dei Righeira, io e Michael eravamo in uno studio televisivo a Parigi, dove eravamo stati invitati per promuovere uno dei nostri brani. A quel punto ci passò davanti Boy George dei Culture Club, che all’epoca era all’apice della sua popolarità, e dopo essersi reso conto di chi fossimo, cominciò a canticchiare: “Vamos a la playa, oh oh oh oh oh”. Non riuscivo a crederci, visto che avevo davanti a me una superstar internazionale, di cui avevo sempre comprato i dischi, che cantava un brano da me composto, un po’ di tempo prima, in una cantina ammuffita del centro di Torino. Un’emozione indescrivibile che racchiuderò sempre nel cuore.