Tredici anni dopo l’uscita del suo primo album finalmente esce Untitled, ultimo lavoro di Andrea Ambrogio in arte Gemello, rapper romano tra i più apprezzati nella scena underground e non solo.
Dieci brani che vogliono essere dieci racconti con vari umori in cui si passa del rap classico al cantautorato tipico del suo modo di far musica. Le sonorità sono varie, si passa dall’indie pop per arrivare al post rock in un album che riesce comunque a trovare una sua coerenza musicale.
La carriera da rapper di Gemello inizia con i Truceklan a metà degli anni 2000. Con loro incide una serie di brani decisamente hardcore, tra cui la nota Verano Zombie. Un punk hiphop dalle rime estreme che raccontava la Roma e la gioventù più truce di quegli anni. Cattiveria e disagio in un LP che ha senz’altro fatto la storia del rap underground qui in Italia. Gemello però era diverso dagli altri, si capiva già dalle sue parole e dal suo modo di rappare, unico ed inconfondibile.
Nel 2006 esce Non parlarmi d’altro, il primo album completo, introspettivo, bellissimo e ad oggi impossibile da trovare su Spotify, una chicca per pochi. Lo stile di Gemello si distingue soprattutto per la formazione non da rapper. Già nel 2006 molti brani erano incisi su basi di pezzi post rock, come Nostalgia II con In bad dreams o la bellissima Se mi pensi adesso rappata su una base dei Notwist.
E’ per questo che Gemello non è mai stato e non sarà mai il tipico rapper stile bronx tutto soldi e pistole. Piuttosto è un avanguardista. Il suo essere un artista completo lo ha portato a diventare un pittore di ottima fama. I suoi quadri sono coloratissimi, volutamente confusionari ed apparentemente incoerenti come i suoi testi.
Ed è qui che Gemello crea senza saperlo un nuovo modo di scrivere, quello della scrittura per immagini, concetti non lineari che dalle immagini finiscono nella penna. I quadri che dipinge spesso influenzano la sua maniera di scrivere canzoni e, in questo caso, lo stesso titolo dell’album è ispirato a quelle opere d’arte che non hanno bisogno di catturare l’attenzione con parole o frasi a effetto: ogni brano è un mondo a sé che si conquista una propria considerazione e rappresenta bene l’autore.
Artista vero, totale, anche nella non ricerca ossessiva del successo. Negli anni del boom dei rapper, lui se ne frega e si mette a fare quadri. Appena quasi tutti i rapper si mettono a fare trap, lui ci insegna un nuovo modo di scrivere il rap.
A distinguere Untitled dalle altre uscite hip hop italiane, ci sono un’estrema cura e selezione delle parole, le atmosfere intime accentuate dalla voce narrante di Gemello che, in alcuni passaggi, sembra uscita da un film.
Dalle voci di Martina May, Gemitaiz, Franco126 ed Ensi, alla chitarra di Gian Marco Ciampa, passando per le produzioni di Frenetik & Orang3 e Squarta, tutti gli artisti che hanno collaborato al disco hanno colto appieno l’intensità delle canzoni di “UNtitled”. Discorso a parte per Sine, autore di 8 strumentali su 10: lui ha curato la parte artistica del disco insieme a Gemello contribuendo a dare questa impronta musicale variegata.
Qualcosa è cambiato in questi quindici anni, gli EP Niagara e Indianapubblicati nel 2014 e nel 2017 hanno rappresentato lo spartiacque. Gemello oggi è più maturo, più profondo. I testi sono più raffinati di prima, sempre introspettivi ma decisamente meno cupi. Non ci resta che ascoltarlo, questo si, anche su Spotify.