Tranquilli, se non avete mai sentito il nome di Nicolò Sanguinazzo non è grave. Compositore quasi del tutto sconosciuto, discendente probabilmente dei Sanguinazzi di Padova, doveva essere un tipo singolare, data la sua abitudine di firmarsi al contrario: Olocin Ozzaniugnas.
Sappiamo per certo che fu attivo tra il 1690 e il 1720, anni nei quali si dedicò alla tecnica violoncellistica scrivendo il Dilettante di violoncello, una raccolta di 36 esercizi per lo strumento. Questa sua opera, l’unica per il quale è noto, è, dunque, la pressoché sola possibilità per indagare la musica di Sanguinazzo: un’impresa possibile, ora, grazie alle sempre originali edizioni Urania Records – cui va una menzione – e a Dietmar Berger che ha inciso Dilettante di violoncello (Urania Records, 2019, euro 15,90) in prima mondiale.
Si tratta di ricercari – composizioni in stile contrappuntistico tipiche tra Rinascimento e Barocco – scritti allo scopo didattico. Ed è proprio in questa vocazione che risiede un primo interesse verso queste pagine: tramite il Diletante di violoncello, infatti, è possibile ripercorrere il cursus al quale era sottoposto l’allievo di violoncello e indagare la tecnica legata allo “stile parlato”.
Al contempo, però, l’ascoltatore è anche di fronte a una musica piacevole, che non annoia, che rispecchia chiaramente l’ambiente aristocratico all’interno del quale quella musica nacque e che, ormai, strizza visibilmente l’occhio allo stile galante.