Frankie hi-nrg mc: il primo rapper italiano si racconta a OFF

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Frankie h nrg mc, Ph. Damiano Andreotti

Una pelliccia rosa addosso a lui non l’avresti mai vista. Frankie hi-nrg mc, il primo grande rapper italiano. Pur essendo di ottima famiglia, ha sempre disprezzato, nei testi e nel look, i contrassegni del censo. Non se li sarebbe mai immaginati i reucci griffati della trap, che anche se vengono dalle periferie del degrado ostentano il Rolex e i catenoni da tamarri. Frankie scagliava quei suoi testi parlati in musica contro la mafia e i benpensanti. Gli è sempre piaciuto pensare il rap in una dimensione politica. Ora è in libreria con Faccio la mia cosa (Mondadori, 2019).

Quanto conta l’audacia, Frankie, nell’arte e nella musica?

Il coraggio è indispensabile per fare questo mestiere. Ce ne vuole per confrontarsi con il pubblico, per mettersi a nudo. La scrittura è una sua manifestazione: dire quello che si pensa, senza mediazioni. Accollarsi i rischi delle eventuali incomprensioni. Anche se non mi ritengo coraggioso e non penso che sia necessario esserlo in generale, sento di aver avuto coraggio in tutte le mie canzoni e le mie espressioni artistiche. La codardia ha sempre generato la musica peggiore.

In che modo, oggi, un giovane può intraprendere una carriera artistica? Cosa gli consiglieresti?

Gli direi innanzitutto di intraprenderla. E soprattutto di non farsi condizionare dall’idea di successo, che può condannare all’infelicità e al fallimento. I modi rapidi per fare successo sono comprarselo, spendendo soldi, o imporlo attraverso dinamiche di potere, schiacciando il pensiero degli altri. Altrimenti, lo si può raggiungere facendo qualcosa per sé – e questa è la maniera migliore. Quando mi è capitato di avere fortuna, è stato sempre perché mi ero concentrato su idee o progetti che interessavano a me. Non facevo qualcosa per piacere a qualcuno. Non avevo in mente il destinatario, l’utente finale.

Qual è il libro che ti ha cambiato la vita?

Il Devoto-Oli. È uno dei libri che ho consultato più di frequente, insieme al Piccolo Palazzi. È il manuale d’istruzioni di una delle macchine più belle che abbiamo a disposizione, la lingua italiana. E lì dentro sono contenuti, mescolati tra loro, i più grandi testi della nostra storia.