Presso la Fondazione Sangregorio Giancarlo a Sesto Calende (Varese) sabato 11 maggio alle ore 17 inaugura la mostra Intangibili gravità. Materialità significanti in dialogo.
Negli spazi della Fondazione Sangregorio di Sesto Calende, nata per volontà dello stesso scultore Giancarlo Sangregorio nel 2011 e oggi volta a conservare e valorizzare tutta la sua opera e le sue collezioni, si avvia un progetto espositivo di un ciclo di mostre temporanee, che si differenzia dalle esperienze precedenti, per la scelta di invitare ad esporre sempre due artisti che dialogano intorno alla materia, ciascuno con la propria autonomia di sviluppo e che a loro volta colloquiano con l’opera di Sangregorio.
I primi due artisti invitati ad inaugurare questo percorso sono la scultrice e ceramista Stella Ranza di Varese e lo scultore Vittorio D’Ambros di Novara. In questo allestimento, le opere di Ranza e D’Ambros si pongono in relazione anche con un altro maestro, l’italo argentino Lucio Fontana.
L’occasione di questo confronto si deve rintracciare nella storia di Stella Ranza, diretta nipote del mecenate collezionista Riccardo Crippa, fondatore con il socio Berger di caffè Hag e del suo amichevole rapporto con Lucio Fontana che lo ha portato a collezionare numerose opere grafiche degli anni Trenta e Quaranta, una collezione di riconosciuta unicità. Ciascuno degli artisti in mostra ha voluto esprimere gli intangibili concetti di spazio e di tempo, manifestando così la propria significanza. Questo il senso delle titolazioni prescelte.
Circa una ventina le opere dei due artisti in Fondazione Sangregorio, oltre ad una serie di “Teste” di Giancarlo Sangregorio, selezionate per l’esposizione e sei disegni di Fontana. Dall’inchiostro su carta di “Studi di nudo e cavallo alato” del 1939, allo studio per “Volo di Vittorie” dello stesso periodo, è sempre interessante osservare la relazione con le ceramiche di Stella Ranza nella sezione “Spazio indice di materia”, dove emergono in modo dialettico una modellazione sulla materia e una sullo spazio.
Apre il percorso di allestimento in esterno la Melusine di Stella Ranza, un’opera di due metri circa di altezza del 2018 in ceramica, ferro e fossili di conchiglie, per poi proseguire con le sculture in alluminio e acciai ossidati di Vittorio D’Ambros, da quelle sospese tra gli alberi fino al suo angelo o Icaro, scultura che è stata anche esposta sul lago di Iseo quando l’artista Christo con la suaFloating Piers dava vita a un’installazione ambientale di grande richiamo.
Lo spazio dedicato alle esposizioni è l’Atelier Hartman Sangregorio, nel parco della Fondazione, edificio dalle linee essenziali aperto sul verde e sul lago, ispirato a un progetto dell’architetto finlandese Alvar Aalto. Per ogni esposizione viene realizzato un catalogo, a partire da questo primo ciclo che si inserisce in una ideale collana dal titolo Il Seme e il Vento, ad omaggiare un’opera di Sangregorio posta all’ingresso della Fondazione stessa.
Il curatore di questa prima edizione è il giovane Giuseppe della Porta . Come scrive in chiusura del suo testo in catalogo “la promessa oggi di Ranza e D’Ambros, e di ieri e come di ieri ancora oggi di Sangregorio e Fontana, è di una perpetua apertura al dialogo. La promessa di una perpetua significanza, soprattutto, di forme e di contenuti”.
Il progetto nasce
da un’idea di Francesca Marcellini,
Presidente della Fondazione Sangregorio e Angelo
Crespi, Direttore Artistico.
E’ sviluppato con il supporto del cda, con l’avvocato Andrea Mascetti e lo scultore Niccolò Mandelli e dei consulenti Stefano Gussoni e Chiara Ferrario, oltre al sostegno della
Fondazione Comunitaria del Varesotto.
La mostra sarà inaugurata sabato 11 maggio alle ore 17.00 e resterà aperta e visitabile tutti i fine settimana dalle 10.30 alle 18.30 con orario continuato, fino al 2 giugno.
Il giorno dell’inaugurazione saranno presenti gli artisti Stella Ranza e Vittorio D’Ambros.
Per informazioni
[email protected]
www.fondazionesangregorio.it