Palchi, cantautorato italiano british pop

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Palchi, cantautorato italiano british pop

La scelta di un nome d’arte ce la si immagina sempre una faccenda complessa. Girolamo Pelaia l’ha risolta davanti allo schermo della tv: “I palchi sono le corna dei cervi, animale che adoro, e una sera guardando un documentario ho pensato fosse un bel nome“.

Neanche a dirlo, Girolamo per il mondo della musica è diventato Palchi. Con questo pseudonimo ha pubblicato Aria, singolo convincente a cui è seguito da poco più di un mese l’ancor più apprezzabile Chiara. “Questo brano è nato una sera nella mia camera, come la maggior parte delle mie canzoni. Ero rientrato a casa con questo motivetto in testa, quello che poi è diventato il ritornello“.

Calabrese di nascita e romano d’adozione, Palchi si avvicina alla musica da adolescente: “E’ stata la cosa più bella che mi potesse capitare. È un ottimo modo per scaricare tutta la rabbia di quell’età“. In quegli anni ascolta qualsiasi genere poiché “ero fissato col voler diventare un critico musicale“.

Dopo un passaggio al CET di Mogol, dove arriva grazie ad un concorso, fonda con gli amici la band rock Lost in Noise, con cui pubblica un ep e sale su diversi palchi. A questo punto c’è un imprevedibile stop: la band si scioglie e Girolamo si allontana dalla musica. “In quel momento della mia vita – commenta – ero preso da troppi fattori esterni ed ero alla ricerca di me. Se non si ha nulla da raccontare non si può fare arte“. 

Dopo il trasferimento nella capitale, il ritorno alla scrittura e la ripartenza con un progetto da solista in cui si fondono la musica cantautoriale e il pop di influenza britannica. “Ho risentito l’esigenza di voler dire qualcosa” spiega Palchi, che verso la fine di maggio dovrebbe regalarci il suo prossimo singolo. Nel frattempo lui si dedica ai live ed alle sue altre passioni: “La lettura e la cucina, quest’ultima scoperta da poco”.