SanteVisioni. Quell’amore sconfinato di Abelardo ed Eloisa

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SanteVisioni: quell'amore sconfinato di Abelardo ed Eloisa

Nella Parigi dell’anno Mille si svolse una delle più travolgenti storie d’amore di tutti i tempi. Una storia in cui si intrecciarono ragione e religione, passione e santità, abnegazione e dedizione e che ha ispirato Shakespeare, Alighieri, Boccaccio e Hugo.

L’amore di Abelardo ed Eloisa nacque nell’Île de la Cité, tra l’antico complesso episcopale -la basilica di Saint’Etienne, la primitiva chiesa di Notre Dame e il battistero di Saint-Jean le Rond- e Rue Du Fouarre, dove sorsero le prime scuole parigine. Non furono “secoli bui”, ma secoli pulsanti di cultura in cui si cercò di spiegare il mondo naturale e umano non più attraverso una rigida ed insindacabile lettura delle Sacre Scritture ma con un ‘interpretazione logica e ragionata delle stesse.

Infatti in queste scuole si educavano gli scolari al metodo scolastico, che consisteva nell’insegnare e difendere le fede cristiana con l’uso della ragione mediante la filosofia greca.

Anni dopo Tommaso d’Aquino, il “dottore della Chiesa”, dirà che la filosofia è “ancilla theologiae” (la filosofia è serva della teologia).

La scuola di Notre Dame era molto prestigiosa e Pietro Abelardo conobbe Eloisa durante l’insegnamento, nel 1113. Le scuole erano dipendenti dalle chiese e dai monasteri, fino a quando, come accadde a Bologna già nel 1088, venne istituito uno statuto di corporazione autonoma formata da molti individui: l’università.

La prima università di Parigi fu fondata nel 1170.

Eloisa era bellissima e molto colta. Si distinse negli studi delle arti liberali ma anche delle lingue classiche e dell’ebraico, doti riconosciute anche da Pietro il Venerabile, abate di Cluny.

La fama degli insegnamenti di Pietro Abelardo, trentanovenne, era all’apice, e così il canonico Fulberto lo volle come precettore per la nipote Eloisa.

Scrisse lei in una epistola:

“Col pretesto delle lezioni ci abbandonammo completamente all’amore, lo studio delle lettere ci offriva quegli angoli segreti che la passione predilige. Aperti i libri, le parole si affannavano di più intorno ad argomenti d’amore che di studio, erano più numerosi i baci che le frasi”

Ma il canonico Fulberto scoprì la relazione e si vendicò di Abelardo facendolo evirare, probabilmente in seguito ad un matrimonio segreto e alla gravidanza di Eloisa. Abelardo si rifugiò nel convento di S. Dionigi dedicandosi completamente alla vita ecclesiastica e all’insegnamento, Eloisa in quello di Argenteuil dove prese i voti e diventò badessa. Non si videro mai più ma il loro amore fu perenne, come testimoniano le epistole che si scambiarono “usque ad mortem”.

SanteVisioni: quell'amore sconfinato di Abelardo ed Eloisa
Edmund Blair Leighton [Public domain], Edmund Blair Leighton – Abelard and his Pupil Heloise, 1882, olio su tela

Abelardo fondò a Troyes la casa del Paracleto, una nuova scuola, dove Eloisa si trasferì con le altre monache. Abelardo morì nel 1142 nel monastero di Saint Marcel sur Saôn, mentre Eloisa nel 1164 nel monastero del Paracleto. Abelardo fece in modo di essere sepolto al Paracleto e anche Eloisa, ventidue anni dopo, venne sepolta nella stessa tomba. Il Medioevo ci ha tramandato che il corpo di Abelardo abbia abbracciato quello di Eloisa nel momento della inumazione.

In Notre-Dame de Paris, Victor Hugo scrisse:

“Trovarono tra tutte quelle orribili carcasse due scheletri, uno dei quali abbracciava singolarmente l’altro. Uno di quegli scheletri, che era quello di una donna, era ancora coperto di qualche lembo di una veste di una stoffa che era stata bianca, ed era visibile attorno al suo collo una collana di adrézarach con un sacchettino di seta, ornato da perline verdi, che era aperto e vuoto. Quegli oggetti erano di così poco valore che di certo il boia non li aveva voluti. L’altro, che abbracciava stretto questo, era lo scheletro di un uomo.”

Nel 1792 la tomba di Abelardo ed Eloisa fu trasferita a Parigi e nel 1801 il console Napoleone Bonaparte andò a “spargere fiori sulle ceneri”. Iniziò così la costruzione del tempietto neogotico, con pezzi di “spoglio” provenienti da collezioni e monumenti cittadini, mentre la lapide e le pietre vennero recuperate dal Paracleto.

Furono poste due statue giacenti in abiti monacali, con ai piedi un cane, simbolo di fedeltà.

La statua di Abelardo proveniva da Saint-Marcel e probabilmente fu Pietro il Venerabile che la commissionò. Quella di Eloisa fu aggiunta a Parigi.

Il tempietto neogotico venne ultimato nel 1807 e per l’occasione, Giuseppina, moglie di Napoleone e imperatrice dei Francesi, lo visitò di notte con le fiaccole, in una processione suggestiva.

Nel 1814 il Museo chiuse e il tempietto smantellato.

Solo nel 1817 le spoglie dei due amanti furono portate al Père Lachaise e collocate nello stesso tempietto del Museo, rimontato sul posto nel settore 7 del famoso cimitero, dove sono e forse rimarranno per sempre stretti in un abbraccio.