I Padri della Chiesa, nell’Alto Medioevo, ritenevano che le apparizioni degli spiriti fossero una sopravvivenza del paganesimo.
È Sant’Agostino, nel suo trattato “De cura pro mortuis gerenda” (Sulle cure da dedicare ai morti), ad affermare che i morti non sanno nulla di ciò che accade e non si curano di noi.
In realtà, in quegli anni, le apparizioni erano “concesse” solo agli spiriti dei santi -i quali si manifestavano a vivi eccezionali come re, monaci e chierici, per indicare, ad esempio, la sepoltura di un santo o per stabilire l’autenticità delle reliquie- o agli spiriti malvagi – i quali davano l’occasione al santo personaggio di dimostrare i suoi poteri soprannaturali-.
La Chiesa dava poca importanza ai morti comuni e molta importanza ai corpi, alle sepolture e agli spiriti dei Santi, per sottolinearne l’eccellenza.
Nell’XI secolo l’autorità ecclesiastica decise di cristianizzare il culto dei defunti, istituendo, nel monastero di Cluny tra il 1024 e il 1033, la festa dei morti il 2 novembre.
La commemorazione liturgica dei morti si diffuse quasi immediatamente in tutta la cristianità e vennero approvate le messe per il loro suffragio.
In questo contesto storico si inserisce lo strano caso del funerale di Raimondo Diocrés, dottore della scuola di Parigi, morto nel 1082.
Durante la celebrazione funebre, alla presenza di moltissime persone, tra le quali San Bruno -suo amico-, la salma di Diocrés parlò per tre volte, e disse “Per il giusto giudizio di Dio sono stato accusato” (primo giorno); “Per il giusto giudizio di Dio sono stato giudicato” (secondo giorno); “Per il giusto giudizio di Dio sono stato condannato” (terzo giorno).
Il funerale ogni volta che la salma parlava veniva rinviato al giorno successivo.
Le parole pronunciare dal defunto Diocrés sono state, secondo la tradizione agiografica, la causa del ritiro di San Bruno ad una vita fatta di silenzio e solitudine. San Bruno fondò l’ordine certosino nel 1084, con la creazione della Grande Chartreuse nell’Isère, Francia.
La salma di Raimondo Diocrés aveva dato notizia ai presenti dell’esistenza dell’Aldilà, gettando le basi per una riflessione: i vivi avrebbero potuto intercedere per lenire le pene dei defunti?
Nella seconda metà del XII secolo, quasi 100 anni dopo il caso Diocrés, il Purgatorio divenne un luogo specifico dell’aldilà, luogo in cui le anime espiavano i loro peccati.
Dunque, la credenza degli spiriti riacquistò la legittimità che aveva perso nei primi secoli del cristianesimo: i morti poterono far visita ai vivi per chiedere preghiere, offerte per abbreviare le pene del Purgatorio, messe.
Le apparizioni di fantasmi, non a caso, si moltiplicarono a partire dal XII secolo.