Scambio d’insulti fra Max Papeschi e Max Fontana sotto le guglie del Duomo. Ieri sera negli spazi espositivi di Mondadori Store a Milano
Max Papeschi, che scandalizzò il mondo appendendo una donna nuda con la maschera di Mickey Mouse sullo sfondo di una svastica gigante nel centro di Poznan in Polonia e Max Fontana, facitore di opere come la Macchina per sputare sulla Cappella Sistina, se le sono date contendendosi la primazia d’arte in occasione della mostra MAX vs MAX, moderatore Angelo Crespi e correlatore Massimiliano Parente, lo scrittore che ci ha fatto conoscere Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, per i tipi di Mondadori.
Fermi tutti, direbbe ora Giuseppe Cruciani de La Zanzara. Max Fontana non esiste: meglio, non esiste(va) prima di questa mostra. È un artista inventato, il protagonista del succitato romanzo di Parente, uscito nello stesso momento (2014) in cui Papeschi pubblicò il suo, di libro: Vendere svastiche e vivere felici
Il primo, quello di Parente, era una storia inventata che sembra vera, l’altro, quello di Papeschi, una storia vera (la sua biografia di artista nella peccaminosa Milano) che sembrava inventata. Da questi blocchi che sembrano le tessere di un puzzle che i incastrano perfettamente è nato un progetto: far credere che le opere del fantasmatico artista Max Fontana siano vere come lui e farle scontrare con quelle, vere-vere, di Max Papeschi.
La mostra MAX vs MAX aveva debuttato alla galleria Contemporary Cluster di Roma lo scorso 6 dicembre 2018, per poi spostarsi al MACRO a gennaio e nel resto d’Italia nel 2019: tappa obbligata, il Mondadori Store di Milano, nell’ambito del progetto StArt L’Arte per tutti curato da Angelo Crespi.
C’è tutto Max Papeschi in questa mostra, così tanto da fagocitare il misterioso Max Fontana…