Cultura Identità verso il partito della cultura

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ARTICOLO PUBBLICATO SUL N. 1 DI FEBBRAIO 2019 DI CULTURAIDENTITA’

L’Italia, partita da un Dopoguerra disastroso, è diventata una delle principali potenze economiche. Per spiegare questo miracolo, nessuno può citare la superiorità della scienza e della ingegneria italiana, né la qualità del management industriale, né tantomeno l’efficacia della gestione amministrativa e politica, né infine la disciplina e la collaboratività dei sindacati e delle organizzazioni industriali.

La ragione vera è che l’Italia ha incorporato nei suoi prodotti una componente essenziale di cultura e che città come Milano, Parma, Firenze, Siena, Venezia, Roma, Napoli e Palermo, pur avendo infrastrutture molto carenti, possono vantare nel loro standard di vita una maggiore quantità di bellezza. Molto più che l’indice economico del Pil, nel futuro, il livello estetico diventerà sempre più decisivo per indicare il progresso della società”. (John Kenneth Galbraith).

Obiettivo e finalità di CulturaIdentità è la difesa integrale del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, monumentale, ambientale, librario, archivistico, teatrale, fotografico, cinematografico italiano, inteso come stratificazione di storia e di memoria, contro ogni falsa idea di progresso. La inaudita violenza patita – e ancora minacciata, senza pietà – da intere aree e a paesaggi come dai singoli edifici, affidati a improvvidi restauratori, non può essere più a lungo tollerata da cittadini che abbiano a cuore la difesa della loro civiltà in tempo di pace, sottoposta a un attacco impietoso di forze armate contro la bellezza e di cospiratori alla conquista di un patrimonio ineguagliabile – non per possederlo, ma per distruggerlo.

È arrivato il momento di acquistare compiuta coscienza della importanza di ogni reliquia, cui provvedere con ogni cura per la sua conservazione, giacché ogni volta che si è creduto di migliorare o di modernizzare si è perduto il sapore dei luoghi e, ciò che è più grave ed evidente, il loro valore, anche materiale. Quando un luogo è stato contaminato, quando l’antico è stato sostituito dal moderno, si è perduto per sempre quel bene prezioso che nasce dalla congiunzione tra la creazione della natura, dell’uomo e il tempo. CulturaIdentità chiede ai cittadini di rivendicare con orgoglio la proprietà della polis, sottraendola alle mani di amministratori senza scrupoli che, in modo arbitrario, decidono orrori irreparabili senza avere alcuna coscienza culturale, ritenendosi padroni e non custodi della eredità della storia che, nelle loro mani, si dissolve.

Per questo la benemerita azione delle associazioni in difesa del patrimonio monumentale non può restare uno spunto volontaristico e di impotente indignazione, ma deve diventare un impegno politico, militante, attivo. La minaccia ai parchi, alle coste, alle montagne, all’acustica dei teatri, alle piante, agli intonaci, ad ogni cosa che è fragile, che sembra più facile sostituire con le modeste invenzioni del debole pensiero di progettisti frustrati che infieriscono contro giardini, palazzi, pavimenti di chiese, prospetti di edifici e centri storici, non ci può trovare impotenti.

Occorre acquistare coscienza politica della straordinaria identità culturale dell’Italia, la cui vocazione alla bellezza è un bene primario che non si può consentire di disperdere. I cittadini devono, insieme alla coscienza, avere anche gli strumenti per difendersi dai barbari, nei consigli comunali, nelle regioni, nel Parlamento. Sembra incredibile aver dovuto assistere – e continuare ad assistere – impotenti alla dispersione sistematica, alla cinica manomissione di beni indisponibili, alla serena distruzione di architetture e spazi della città e della natura: come se potessimo disporre di un dipinto di Giotto o di una scultura di Michelangelo per graffiarli o rifarli dopo averli distrutti.

CulturaIdentità guarda con profonda delusione alla totale carenza di consapevolezza di questi temi nei programmi dei partiti politici, rei di una inaccettabile sottovalutazione di ciò che appare agli occhi del mondo e che rende l’Italia la prima potenza al mondo per la sua eredità culturale. E che non si tratti di beni obsoleti è dimostrato dalla costante presenza di oggetti e dipinti italiani nei principali musei del mondo.

Noi abbiamo un altissimo dovere davanti alla storia e alle generazioni future. Per questo Cultura e Identità: perché la bellezza sia inevitabile e la sua difesa ineluttabile. Naturalmente se questa priorità è la stessa ragione d’essere, lo specifico operativo, di un movimento politico, non possiamo disgiungere questa battaglia per la bellezza da una battaglia per le libertà, contro ogni inquisizione, contro il costante tentativo di ridurre le interpretazioni del mondo a un pensiero unico, senza spirito critico, senza libertà di parola.

E ancora, Cultura e Identità, perseguendo, in uno, il Bene e il Bello, intende agire per una riforma non velleitaria dell’istruzione, stabilendo, in modo ordinato, i principi di formazione alla bellezza, come etica dell’individuo e abito mentale. Invertire il pernicioso principio degenerativo per cui è bello ciò che piace, ristabilendo la necessità di valori estetici universali. Occorre ristabilire i principi e i valori non discutibili in una perfetta coincidenza di etica ed estetica. Occorre essere intransigenti. Ogni concessione alla mediocrità, ogni tolleranza sono una minaccia alla sopravvivenza dell’unico mondo reale che è il mondo interiore, consentendo all’ignoranza e alla disinvoltura di disperdere ciò che è di tutti, come se qualcuno potesse strappare i fogli della Bibbia di Borso d’Este o avvolgere tabacco nelle pagine dei canti di Leopardi.

Questo avviene ogni giorno al patrimonio monumentale e ambientale e non potremo accettare che passino altri giorni senza armarci per impedirlo. E dunque, in tempo di pace, sia guerra alla stupidità e alla mediocrità di chi distrugge con leggerezza e presunzione, senza rispetto per la storia, per la tradizione, per la memoria.