Cara Valentina Nappi, le parole sono importanti!

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“La Nappi, sedicente pornostar“. E poi: “Non è una pornostar. E’ un’attaccabrighe che ha bisogno di far parlare di sè“.”Questa nuova generazione di pornostar è fatta di ragazze che hanno bisogno di dichiarare cose e fare proclami. Io no voglio la Nappi. Il moralismo: è proprio quello che no si può accettare- E’ una rompic… che va alla Zanzara e fa dei proclami“. E ci fermiamo qui, perché Vittorio Sgarbi gliele ha cantate in un video su Dagospia. Lei è, ovviamente, Valentina Nappi, che, sempre alla Zanzara, ha risposto per le rime al noto critico d’arte: “Lui, storico dell’arte che non capisce un c.. di arte contemporanea e fino a qualche anno fa ci sputava pure sopra“. Del resto, lei, che aveva dichiarato, a proposito di arte contemporanea, quanto avrebbe voluto assistere a una performance hard in un museo, non difetta di argomenti culturali e non – soprattutto non, lo diciamo in un impeto parenziano – per contrastare l’offensiva mediatica di Vittorio Sgarbi. Fine della tenzone? Mica tanto, perché, sempre alla Zanzara, Giuseppe Cruciani le offre un ultimo assist: tra Roberto Saviano e Sgarbi chi ti faresti? Ma tutto, veramente tutto, nacque da qui (Redazione):

I Giacobini un tanto al chilo direbbero che le loro idee, tutte positive, tutte oggettivamente buone, razionali e giuste le imporrebbero anche con la forza, se necessario.

Dio ci scampi dal fanatismo degl’indignati speciali, che in Italia sono di casa dai tempi della nascita della Repubblica.

Ma non ci liberi da lei, Valentina Nappi, la pornostar che fece l’ingresso nel mondo XXX in illo tempore pubblicando un video full frontal a gambe aperte come mamma l’ha fatta esibendosi in una concione a favore della liberazione delle donne dagli obblighi matriarcali: se una la vuol dare la dia, basta con le indignate pie.

Ma poi succede che Valentina impari la lezione di Libero e faccia un post su Instagram con un titolo che è una bomba atomica, che diventa poi una bomba carta -lei non lo sa, ma ha imparato anche la lezione del defunto quotidiano La Notte.

Anche Valentina Nappi si è unita al coro anti Salvini, allineandosi al birignao con un post su Instagram:

Svolgimento:

“Sono stata ‘stuprata’ da Salvini perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi ‘sani’ valori identitari nazionali tradizionali. Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista”.

E va bene, l’opposizione di Valentina Nappi alle idee di Salvini ci può stare, è una sua idea, un anarchico non accetterebbe mai la triade Dio-Patria-Famiglia.  Ma lei anarchica non è: è un’illuminata, è una che si sa comportare, è una che ha studiato e che distribuisce patenti di democrazia a destra e a manca, anzi solo a  destra.

Valentina Nappi, come ogni tagliatore di teste che si rispetti, dà la sua ricetta per sciogliere il vulnus della democrazia imponendo la sua visione:

Instagram

Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un’identità culturale che affondi le proprie radici nell’Illuminismo e nel marxismo più illuminato”.

Eh già: il marxismo più illuminato, perché c’è anche quello in penombra.

Cara Valentina, non esistono paesi atei, esistono ordinamenti laici.

Non esistono paesi multietnici, esistono democrazie caratterizzate dal melting pot come gli USA e la Gran Bretagna.

Cara Valentina, l’identità culturale di un Paese è quella che è ed è tipica di ogni Paese, quella illuminista (appunto) della Francia nazionalista e laica e quella marxista illuminata (appunto) del Venezuela.

Cara Valentina, tu vuoi schifare i puzzoni del presepe ma al loro posto per governare la magnifiche sorti e progressive del Paese vuoi i mozzorecchi, che sapendone più del popolaccio bue, sanno quindi anche qual è la direzione da seguire. Imponendola con la forza se necessario!

Instagram

Come sono brutti quegli ignoranti che non la pensano come te!

Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado”.

La parole sono importanti, cara Valentina, lo diceva Nanni Moretti: Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!

E nella finzione del film lo diceva prendendo a sberle una donna.

2 Commenti

  1. La Nappi ha tutto il necessaire per soddisfare le urgenze prurigginose dei suoi amati neri, evitando così che violentino le sue “fratelle” di sesso. Sarebbe una grande opera umanitaria di alto valore sociale.

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