Lo spray urticante come i sassi dal cavalcavia

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Lo spray urticante come i sassi dal cavalcavia

Lo spray urticante come i sassi dal cavalcaviaDi nuovo spray urticante e di nuovo panico. A distanza di pochi giorni dalla tragedia, con sei vittime, avvenuta a Corinaldo in occasione del concerto del trapper italiano Sfera Ebbasta, altro episodio di terrore causato da quello che sembra essere diventato ormai un oggetto di moda: lo spray al peperoncino. Accade in una scuola di Pavia, un alunno spruzza un po’ di questa sostanza nella palestra e cinquanta ragazzi rimangono intossicati, con tanto di feriti durante il fuggi fuggi generale. Risulta a questo punto spontaneo domandarsi fino a che punto arriveranno gli effetti collaterali della libera circolazione di questa sostanza. A questo proposito ci pare illuminante riproporre un’intervista pubblicata su Lo Speciale fatta all’illustre Alessando Meluzzi, psichiatra, psicologo, criminologo e docente universitario. (Redazione).

Come giudica il caso di Pavia? Un tentativo di emulazione per quanto avvenuto nella discoteca di Corinaldo o cosa?

E’ difficile stabilire un collegamento fra i due eventi, ma uno spirito di emulazione c’è sempre in situazioni di questo tipo. Ricordate i sassi dal cavalcavia? Bastò che lo lanciasse uno e facesse notizia per essere imitato da altri, nonostante questo gioco perverso provocasse delle vittime. Quindi gli effetti di certe vicende inevitabilmente scatenano gli istinti dell’idiozia umana. Il problema è che questo spirito di emulazione è pericolosissimo, perché il desiderio di mettere in atto un certo tipo di comportamento già sperimentato da altri prima per poter conquistare la scena, non fa pensare minimamente alle drammatiche conseguenze di certe azioni. Quando si vede che un’azione produce un impatto mediatico tanto forte, si cerca di ripeterla per poter ottenere la stessa visibilità e assurgere ad analoga notorietà, seppur negativa. Ma purtroppo la notorietà non ha segno.

C’è chi sta mettendo sotto accusa lo spray urticante ritenuto troppo facile da vendere e acquistare. Ma non si rischia così di proibire uno strumento utile come arma di difesa soprattutto per le donne che subiscono tentativi di aggressione? Quindi, come comportarsi?

Lo spray al peperoncino non è uno strumento terroristico, ma una necessità. C’è un numero purtroppo elevato di soggetti in circolazione che molestano, aggrediscono e rappresentano una seria minaccia per giovani e donne. Quindi la prima responsabilità di questa situazione va addebitata a chi ha consentito che le strade, le piazze, le stazioni delle nostre città diventassero delle suburre. Poi negli ultimi tempi va detto sono nate delle baby gang che utilizzano lo spray urticante, strategicamente e tecnicamente, per compiere delle rapine o dei furti. E’ questo ad esempio il caso di Torino, dove il fuggi fuggi dalla piazza dove tutti erano radunati per seguire la partita della Juventus dal maxi schermo, pare sia stato provocato da un gang di spacciatori magrebini, forse mossi dalla volontà di approfittare del caos per fare razzie di orologi, portafogli, catenine. Poi non dimentichiamo che, come recita il proverbio, la madre dei cretini è sempre incinta e quindi ci può essere anche l’idiota di turno che si mette a spruzzare il peperoncino per gioco. Tuttavia pensare di proibire l’utilizzo dello spray urticante sarebbe come pretendere di vietare l’utilizzo dei coltelli da cucina  soltanto perché vengono solitamente usati nei femminicidi. Iniziamo con il porre un argine al dilagare delle baby gang piuttosto. Non confondiamo i fini con i mezzi.

C’è chi ritiene troppo soft le pene previste per i minori che commettono reati. Pensa serva un inasprimento?

Ph Twitter @a_meluzzi

Vanno monitorati i comportamenti a rischio. Iniziamo ad eliminare dalle discoteche le bande di spacciatori di droghe, leggere o pesanti, che sono per altro in molti casi già noti sia alle forze dell’ordine che agli stessi gestori dei locali. Poi certo, se i reati commessi dai minori vengono trattati alla stregua di reati bagatellari, non facciamo che incentivare comportamenti criminali, facendo perdere ai giovani il senso delle proprie responsabilità.

I genitori che accompagnano i figli di undici anni a seguire i concerti di un cantante che, come nel caso di Sfera Ebbasta lanciano messaggi discutibili, hanno una parte di responsabilità sottostando quasi supinamente ad ogni loro richiesta, pur sapendo i pericoli che potrebbero correre?

I genitori hanno enormi responsabilità. Anche loro sembrano ormai assuefatti completamente alle logiche di una società priva di valori e questo li porta a non saper dire dei No ai propri figli, per timore di perdere la loro stima o anche soltanto per essere al passo con i tempi, rivelandosi invece del tutto inadeguati nel saper fornire modelli di riferimento alternativi e punti di riferimento positivi. E’ chiaro che in questo modo, dicendo soltanto sì a tutto e prestandosi loro stessi a soddisfare ogni richiesta dei figli adolescenti, anche la più negativa, non fanno che alimentare il proliferare di questa palude di idiozia che il più delle volte può diventare letale.