Divina Commedia Opera Musical, dove il pubblico è sognatore e sogno stesso

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Divina Commedia Opera Musical, musical, opera, tour, Italia, Andrea Ortis, Dante, Giancarlo Giannini
La città di Dite

 

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La città di Dite

La Divina Commedia Opera Musical, con la regia di Andrea Ortis, è uno spettacolo unico nel suo genere in cui si fondono diversi linguaggi carichi di espressività e ricchi di intensità. Danze, musiche, acrobazie, effetti speciali, performance teatrali e strumentali accompagnano gli spettatori dalle fiamme dell’Inferno ai cieli del Paradiso. L’imperdibile colossal teatrale è in tour in giro per l’Italia ed il 30 novembre e 1 dicembre sarà in scena al Palacafiore di Reggio Calabria.

C’è un’aria di quest’opera che affronta il tema del femminicidio e, in quanto il messaggio trasmesso è stato anche argomento del sinodo dei vescovi di quest’anno, è stata interpretata anche di fronte Papa Francesco.

L’opera vanta un cast d’eccezione con l’inconfondibile voce narrante di Giancarlo Giannini che non manca mai dall’offrire una magistrale interpretazione. Dante (interpretato da Antonello Angiolillo) si imbatte in un viaggio fisico e spirituale. Un viaggio introspettivo alla ricerca nostalgica della propria esistenza e un arduo percorso che lo porta tra le rovine dei propri limiti legati ai vizi, alle perversioni, ai peccati e alle ossessioni. Lo smarrimento nella selva oscura diventa evocazione di una memoria, ispirazione di un capolavoro.

In scena, Dante percorre foreste pietrificate e mortifere, supera le coltri infuocate e sulfuree della Città di Dite, naviga su mari tempestosi e mortali. In questo viaggio, c’è il maestro Virgilio (Andrea Ortis) che prende per mano Dante, lo accompagna e lo esorta nei momenti di difficoltà e di abbandono.

Il regista e attore Andrea Ortis ha dichiarato: «Dante ci ha coinvolto nel suo sogno che è fonte inesauribile e che si adagia come pelle alla vita di ognuno, adulti e giovani, sfiorandone pregi e difetti. E’ questa la sua inesauribile modernità. La Divina Commedia Opera Musical è il desiderio di dare sostanza e consistenza a questo sogno con la mia personale visione registica, manifestandolo in coreografie acrobatiche o raffinati assoli, animandolo con proiezioni immersive in 3D o con scenografie multiformi, dando voce e forma al testo con parole e musiche avvolgenti, a volte epiche, altre volte struggenti. Spero di riuscire a consegnare a  tutti la bellezza di poter essere sognatori e sogno stesso».

Infine, appare la luce che schiarisce le tenebre, scioglie i dubbi e offre le chiavi d’accesso alla felicità: Beatrice, simbolo di quell’amor che move il sole e l’altre stelle.