La Legittima difesa finalmente approvata in Senato

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Statue of justice (focus on face), Ph. Michal Kalasek - Alamy Stock Photo
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Statue of justice (focus on face), Ph. Michal Kalasek – Alamy Stock Photo

Finalmente all’Aula del Senato viene approvata a larga maggioranza la riforma della legittima difesa.   

Il testo, che passa all’esame della Camera, di fatto sancisce che «chi compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere», recita l’articolo 1, «agisce sempre in stato di legittima difesa».

Il relatore, il senatore Ostellari, ha spiegato che l’intervento legislativo, previsto dal contratto di Governo, non incentiva l’uso delle armi: infatti non è modificata la disciplina sul relativo possesso, ma si riporta lo Stato a fianco delle vittime di reato.

L’articolo 1, senza modificare il principio di proporzionalità tra difesa e offesa, prevede che, in caso di violazione di domicilio, la legittima difesa sussiste sempre per colui che respinge l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica.

L’articolo 2 integra l’eccesso colposo, escludendo la punibilità se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto.

L’articolo 3 prevede che la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata al pagamento integrale dell’importo dovuto per il risarcimento del danno della persona offesa.

Il ddl, composto di 9 articoli, prevede anche un aumento delle pene per reati legati alla violazione di domicilio e una corsia preferenziale per i processi per furti in abitazione.

Secondo l’avvocato Gianmarco Cesari di UNAVI Unione Nazionale Vittime «Sicuramente è un passaggio importante per la considerazione e l’attenzione alle vittime di reato e questo grazie all’impegno della nostra Associazione; la riforma della norma è importante perché prevede  dei paletti che rendono più rigida la definizione di legittima difesa poiché impediranno ingiusti e arbitrari rinvii a giudizio delle vittime da parte dei giudici. Siamo soddisfatti per l’estensione del gratuito patrocinio  a favore della persona che si è difesa e per aver stabilito che l’aggredito non si possa ritrovare nelle condizioni di dover risarcire l’aggressore o i suoi parenti. Un obiettivo raggiunto è l’inasprimento della pena per i reati di violazione di domicilio, furto e rapina ai fini di una maggiore deterrenza. L’aumento della pena per i reati di furto in abitazione fino a un massimo di 7 anni, per  la violazione di domicilio da 6 mesi a 1 anno, da 3 a 4 anni con un massimo di 5 anni, da 4 a 5 anni per rapina e il massimo resta 10 anni».

Federica Pagani Raccagni, vicepresidente di UNAVI e vedova di Pietro, il macellaio di Pontoglio ucciso con un colpo di bottiglia per una rapina da quattro albanesi nella sua abitazione , insieme a tutti i familiari delle vittime, ha manifestato la sua soddisfazione: «Sono contenta perché questo è uno degli obiettivi che ho intrapreso 4 anni fa; chi si difende nella propria casa perché trova un intruso subisce un impatto emotivo che non ti permette di agire freddamente, ti annienta, per questo motivo la norma della legittima difesa è estremamente importante».

Anche Federica De Pasquale, segretario nazionale UNAVI si ritiene soddisfatta:«Questo è un primo passo importante atteso da tanti italiani. Mi auguro che alla Camera continui ad essere calendarizzato ed esaminato con la stessa celerità avuta al Senato. Noi chiaramente continuiamo ad essere a disposizione di tutte le forze politiche».

«Un primo grande risultato– dice Paola Radaelli, presidente UNAVI – in questo anno abbiamo lavorato tanto perché si arrivasse a questo punto, adesso attendiamo la Camera».