Quando il web regala la morte

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IRRIVERENTE OFF: QUANDO IL WEB REGALA LA MORTE
CC0 License-Source kaboompics.com
IRRIVERENTE OFF: QUANDO IL WEB REGALA LA MORTE
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La storia di Igor Maj, il quattordicenne morto dopo aver imitato un video trovato sul web, mi ha lasciato di stucco. E’ solo l’ennesima conferma di quanto, troppo spesso, il web venga utilizzato in maniera negativa e sbagliata.

Quando mi sono laureato in comunicazione, Internet stava nascendo e l’idea di avere a portata di click uno strumento che ci avrebbe permesso di trovare qualsiasi cosa, era entusiasmante. Innovativo. Moderno. Futurista. Quasi impensabile.

Questa estate, durante un banale pomeriggio d’agosto, ho deciso di aiutare mia nipote nello svolgere i compiti che le erano stati assegnati per le vacanze e, su un libro, una frase mi ha colpito: “per conoscere il significato di alcune parole usate Internet o il vocabolario”. Non era un suggerimento dell’insegnante. Era una frase stampata all’inizio del volume. Una frase che mi ha fatto riflettere e pensare. Pensare a quando per fare una ricerca si sfogliava l’enciclopedia, si leggeva il tutto e poi si buttava giù su foglio, con carta e penna, quanto capito dalla lettura precedente. Ora basta un click. Basta digitare qualcosa su Internet et voilà, copia e incolla, si cambia qualche parola e il gioco è fatto.

Ma non è tutto. In Internet c’è la qualsiasi. Igor ci ha trovato la morte. Un ragazzino di quattordici anni, in un banale pomeriggio, proprio come quello mio e di mia nipote, in Internet ha cercato la parola sbagliata. Magari per noia. O magari no. Le chiamano challenge, sfide. Ce ne sono di ogni e alcune anche molto pericolose, estreme.

Così, mentre una coppia in provincia di Napoli cade da un parapetto per fare un selfie, Igor muore soffocato per aver provato a superare la sfida. Tutto questo per? Coraggio? Voglia di lasciare un segno? Noia? Postare una foto o un video su un social network e avere milioni di condivisioni?

La piazza virtuale ha decisamente sostituito quella reale, quella fatta di sguardi, di strette di mano, di dialogo, di incontro. Oggi ci raccontiamo facilmente dietro ad una tastiera e riusciamo ben poco a parlare di noi con gli amici e con i nostri familiari.

Moreno Amantini IRRIVERENTE OFFUno, nessuno, centomila di Pirandello torna più attuale che mai e la maschera sociale si innesca con quella virtuale creando miti e aspettative spesso difficili da concretizzare. Gli amici si contano su Facebook e i consensi si cercano su Instagram.

Beh, da neo quarantenne, rimpiango i tempi delle comitive sul muretto dove l’unica cosa che si voleva condividere era il primo bacio e se qualcuno diceva “mi piace”, non era riferito ad un post ma ad una ragazza o ad un ragazzo. Ca va sans dire …