Il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese, chiuso ormai da circa cinque decenni, fu eretto tra il 1910 e il 1912 su progetto dell’architetto Giuseppe Sommaruga, uno dei maggiori interpreti italiani dello stile Liberty.
La recente monografia Giuseppe Sommaruga (1867-1917). Un protagonista del Liberty, (Cartacanta, Forlì 2017), edita nell’anno del centenario della morte dell’architetto, ha scosso qualche pietra: tanto da far intravedere la luce in fondo al tunnel.
L’albergo è stato abbandonato in seguito alla chiusura del ramo della funicolare di Campo dei Fiori che nel 1958, assieme all’altro ramo della funicolare – quello del Sacro Monte – fece la sua ultima corsa.
Una scelta obbligata, dato il calo nel numero dei visitatori, che in quegli anni di boom economico cominciavano ad allontanarsi dalla città per trascorrere le proprie vacanze al mare.
Un calo che portò a chiusura l’Hotel nel giro di dieci anni: l’ultimo ospite a varcare la soglia del bellissimo edificio lo ha fatto nell’ormai lontano 1968.
Alla riapertura della linea del Sacro Monte (2000), quella al Campo dei Fiori è in attesa di poter essere riattivata. L’opera richiede un progetto sostenibile, volto a ricreare tutto l’indotto del turismo su cui la città di Varese sta decidendo di puntare, tornando così a sfruttare la sua vocazione turistica.
LA LUCE DI SPERANZA – Le tesi di alcuni studenti del Politecnico: una in architettura – di M. Colnago e C. Monsei – e una in ingegneria – di A. Di Simone e M. Monhurel – hanno dimostrato la solidità delle strutture dell’edificio, ideando un piano di rimessa in attività incrementale.
Quindi un recupero progressivo delle strutture. Il progetto è piaciuto molto alla Brunello Spa, azienda tessile storica che ha deciso di crederci e che punta ad accoppiare il Grand Hotel e il Palace. Offrendo con il primo una struttura più dedicata agli ospiti in città per motivi di lavoro e con il secondo il G. H. C. D. F. un luogo più dedicato al relax e al turismo.
Un’altra luce è la mia idea già esposta nel centenario di branderizzare: una ventina di camere di hotel con marchi di prestigio, dalla moda ai prodotti alimentari, come il pregiato Limoncello Liberty prodotto da Polini Group la quale non si è tirata indietro.
Possiamo quindi augurarci che il progetto abbia fortuna, e che riesca a restituire alla città un gioiello architettonico, che versa al momento, purtroppo, in stato d’abbandono.