Laboratorio Saccardi: quel gesto punk e futurista per il “sacro” graffito

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Il nostro è un tentativo di riappropriarci del punk, una volta i graffiti erano esposti alle intemperie e sollecitati anche alle urine urbane di passanti distratti, il fatto che Haring sia trattato come un patrimonio da tutelare violenta lo spirito stesso della sua arte da strada, il nostro gesto vuole benedire con l’urina d’artista il suo lavoro, desacralizzarlo per sacralizzarlo di nuovo riconsegnandolo al mondo della strada con un gesto punk. Il gesto punk poi diventa e ritorna quasi futurista abbattendo simbolicamente l’ormai noiosissino mondo del graffitismo, augurandoci finalmente un mondo delle periferie grigio ma pronto alla rivolta, senza il piacere sottomesso di meri artigiani del muro dipinto, che vengono manieristicamente dalle famiglie agiate del centro.

Flickr by Pom’ – Pisa, Tuttomondo by Keith Haring murale, 1989, chiesa di Sant’Antonio abate

Il nostro è un tentativo di riappropriarci del punk, una volta i graffiti erano esposti alle intemperie e sollecitati anche alle urine urbane di passanti distratti, il fatto che Haring sia trattato come un patrimonio da tutelare violenta lo spirito stesso della sua arte da strada, il nostro gesto vuole benedire con l’urina d’artista il suo lavoro, desacralizzarlo per sacralizzarlo di nuovo riconsegnandolo al mondo della strada con un gesto punk. Il gesto punk poi diventa e ritorna quasi futurista abbattendo simbolicamente l’ormai noiosissino mondo del graffitismo, augurandoci finalmente un mondo delle periferie grigio ma pronto alla rivolta, senza il piacere sottomesso di meri artigiani del muro dipinto, che vengono manieristicamente dalle famiglie agiate del centro.

Con queste parole e con un atto performativo, i Saccardi simbolicamente urinano su Tuttomondo di Keith Haring: dalle mie parti, che sono le stesse del murale realizzato nel 1989 sulla Chiesa di Sant’Antonio abate a Pisa, si direbbe “mettici un toppino”, aka “scusa se è poco”.

Il “mostro” di Haring, 10 metri di altezza e 18 di lunghezza, si è reso protagonista del libro Rivoglio Pisa. Istruzioni d’uso per un Sindaco (Eclettica Edizioni, 2018) del regista, attore, nonché neoeletto assessore alla cultura Andrea Buscemi del comune di Pisa nella giunta di centro-destra, che lo ha definito, a confronto di quello che si può trovare a Pisa (ad esempio il Trionfo della Morte del Camposanto Vecchio o un Crocefisso di Giunta Pisano conservato in San Matteo), una roba profondamente, grottescamente radical chic.

In questo marasma d’incompiuta insensatezza, ecco l’astro geniale dei Saccardi, che urinano di fronte ad Haring, ma mica per lui, sia chiaro, bensì verso il popolo bue che s’infiamma per un’opinione, che si trincera dietro schemi mentali preconfezionati molto radical e poco chic, lo stesso popolo bue che si dimentica che l’ironia a tratti disturbante è l’ultimo baluardo salvifico posto a protezione di una mente libera, dell’uomo come lo vedeva Pascal, canna pensante.

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Pare invece che oggi, in questo mondo che va a rotoli, le uniche canne rimaste non siano quelle pensanti, ma quelle da rollare, ed ecco allora che a salvarci sarà la trap come nuovo punk, Young Signorino come nuovo Duchamp, i Saccardi come nuovi Vito Acconci: ci dimentichiamo che lo sperma di Vito che oggi (giustamente) osanniamo un tempo scandalizzava quasi quanto l’urina dei Saccardi, il cesso di Duchamp, i versi di Young Signorino o l’opinione, condivisibile o meno, di Buscemi, si grida allo scandalo con l’immediatezza e la ferocia da Santa Inquisizione della tastiera, quando invece i più svegli Acconci lo avevano capito eccome, già nel 1972, quando in Seedbed si masturbava ed eiaculava al buio della Sonnabend Gallery, e tu potevi persino commuoverti sul serio, come davanti ad un Afro o ad un Rothko di quelli dipinti al meglio, d’una bellezza quasi sacrale.>Le canne non pensanti non si ricordano neppure di Ana Mendieta, che amava rovesciare secchiate di sangue dal suo balcone per studiare le reazioni dei passanti, o che, con un’autentica attitudine genderless, sempre nel ‘72 si “trapiantava” la barba in Facial Hair Transplant: sono le stesse che s’indignano per le ballerine da uomo di Gucci volute da Alessandro Michele o per la borsa dell’IKEA e le Crocs portate sulle sfilate da Demna Gvasalia per Balenciaga.

Gabriele D’Annunzio diceva: “Gli uomini liberi non devono essere protetti se non dalle loro armature di asceti”, Sfera Ebbasta, nel suo brano B.R.N.B.Q. (Bravi Ragazzi Nei Brutti Quartieri), canta: “Non guardano in faccia il futuro/Perché qua non ce n’è uno/Scendiamo si da quegli androni che puzzan di piscia”.