In Italia succede. Talvolta, se se pur ti prodighi per la comunità, non è escluso si possano avere guai con la giustizia. L’epopea giudiziaria del Centro Boeri di Norcia lo dimostra. Una popolazione distrutta dal terremoto del 2016, depressa dal peso di una ricostruzione non facile, si era vista chiudere l’unico centro che teneva vivo un sentimento di speranza tramite il collante della Cultura.
Il centro polivalente, infatti, era nato proprio con l’obiettivo di trasmettere il messaggio positivo che, con la Cultura, può rinascere tutto.
Fu così che il sindaco Nicola Alemanno e l’archistar Stefano Boeri l’avevano ideato e realizzato.
A marzo scorso, però, ad entrambi, fu notificato un avviso di garanzia per assenza di permesso in area sottoposta a vincolo paesaggistico. Fai una cosa buona e la burocrazia ti mette i bastoni tra le ruote, verrebbe da dire.
Il 12 luglio, però, la Cassazione ha annullato il provvedimento di sequestro del centro polivalente di Norcia rinviando gli atti al Tribunale di Spoleto.
Dopo la diatriba legale sindaco e architetto possono gioire. Così come esulta Edoardo Sylos Labini, direttore del Teatro della cittadina umbra, che con il think thank CulturaIdentità, si era prodigato per la battaglia della riapertura.
L’avevamo detto. Il centro doveva riaprire, era un’ingiustizia. Abbiamo raccolto le firme, abbiamo coinvolto media e popolazione locale perché ritenevamo assurda la decisione delle autorità. Finalmente la Cassazione si è espressa, dando vigore alle nostre speranze: con la Cultura si può e si deve ripartire e, spesso, la Legge non combacia con il concetto di Giustizia. Speriamo che il Centro possa tornare immediatamente attivo. La città ne ha bisogno.
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