Inna Cantina, raggae, ska e impegno civile

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E’ tra i banchi del liceo Mamiani di Roma che, nel 2010, nascono gli Inna Cantina. Jimmy (all’anagrafe Gianmarco Amatucci) e Ientu (Riccando Venturini) fondano una reggae-band e con il primo disco Innacantina12 conquistano i loro compagni di scuola. Poi, un bel giorno, li chiama Tommaso Zanello, ben più noto come Piotta, che gli chiede di entrare nella sua label. «Grazie a lui e a tutto il team della Grande Onda siamo diventati una realtà che macina concerti e dischi» dice Jimmy.

Da allora la band, della quale fa parte anche Viola Rossi, ha suonato sui palchi d’Italia e del resto d’Europa e realizzato tre album. L’ultimo è A piedi nudi, distribuito da Artist First e anticipato dall’orecchiabile Non svegliarmi. «E’ un lavoro con innovazione nel nostro sound e al contempo di conferma su dei temi e generi musicali a cui siamo affezionati. Parliamo di reggae e di ska, ma c’è anche molto altro».

E infatti mentre le sonorità reggae ritornano aprendosi a mondi nuovi, il gruppo romano continua ad essere attento ai propri testi: «Vorremo che della nostra musica, oltre alla spensieratezza, arrivasse il messaggio».

Nel loro repertorio ci sono da sempre brani di denuncia sociale. «Al liceo ci siamo concentrati molto sulle tematiche politiche riguardanti le leggi sull’istruzione. Spesso abbiamo parlato di marijuana, un tabù fino a pochi anni fa. Ora siamo cresciuti e riflettiamo più sul mondo in generale».

Pazzi di Bob Marley, gli Inna Cantina hanno le idee ben chiare sui talent musicali: «Stanno rovinando la percezione che i ragazzi hanno della musica. Siamo nell’era dell’usa e getta, in cui se un artista valido vince un talent viene dimenticato poiché l’anno dopo i riflettori si spostano sul nuovo arrivato. A 20 o 25 anni un ragazzo non ha la forza di capire che non è un giudice che può dire sì o no alla sua carriera, ma è quello che ha voglia di dire che la determinerà. Purtroppo spesso i ragazzi dopo quell’esperienza mollano perché si pensano finiti».

La lunga gavetta ha invece fortificato e fatto crescere la band, che ora è pronta a realizzare i suoi sogni: «Vorremmo farci sentire da più persone possibile e che la nostra musica possa in qualche modo far bene a qualcuno».