Un’Università sulla nostra storia identitaria

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CC0 Creative Commons
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In una famiglia i bravi genitori sono coloro che educano i figli e li crescono accompagnandoli nel percorso della vita sino al momento in cui saranno capaci di procedere da soli. La scuola dovrebbe contribuire a questo percorso e quindi a formare anch’essa, sia sotto il profilo culturale che civile.

Quanto appena descritto è la normale visione di come crescere le nuove generazioni in un ambito famigliare: promuoviamo dunque un percorso simile a chi oggi ha una cultura e una preparazione di tipo identitario verso le nuove generazioni. 

Nel paese moltissimi giovani seguono e ricercano spunti culturali riferibili al mondo identitario, ma spesso devono fare tutto da soli, in una ricerca non organizzata, con metodologie poco funzionali alla conoscenza della nostra identità.

Non è difficile riscontrare manipolazioni della verità storica a uso e consumo di modelli culturali lontani dal pensiero identitario: ecco allora la proposta di una nuova esigenza formativa, con corsi di formazione rivolti a coloro che domani saranno storici, giornalisti, artisti

Creiamo corsi di tipo universitario e, perché no, convenzioni con una Università per creare una vera e propria facoltà di cultura identitaria: una proposta ambiziosa e ardua, ma realizzabile nel medio/lungo periodo.

La nostra patria ne gioverebbe e disporre di tante personalità preparate a livello universitario sulla nostra identità aiuterebbe a non dimenticare chi siamo e da dove veniamo. Il senso di appartenenza è cultura, storia, identità.

Chi oggi ha questa consapevolezza deve  contribuire all’attivazione di una coscienza identitaria di tipo culturale e non solo istintiva. Cresciamo e educhiamo i nostri figli per promuovere su tutto il territorio nazionale la cultura della nostra identità: la realizzazione di una facoltà dell’Identità o, ancora meglio, di una vera e propria Univesità identitaria è possibile. Basta volerlo

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Ha contribuito allo sviluppo di un dibattito scientifico e letterario sul neodarwinismo e la pornografia sviluppando diversi concetti antimodernisti e a favore dell’ideologia comunitarista basato sull’idea di un ritorno ad una vita sociale di tipo organicista in opposizione al modello dominante dell’individualismo, contribuisce a sviluppare un nuovo paradigma di vita comunitaria grazie alla decrescita felice, all’economia dell’autoconsumo partendo dal pensiero aristotelico in cui la famiglia è il centro della comunità. Si oppone fortemente al consumismo e al modello capitalista di tipo anglosassone. Convinto che presto vi sarà un ritorno al valore della famiglia naturale e alla vita comunitaria a causa della fine del ciclo economico denominato post-industriale. Sia la visione antidarwinista come quella sulla pornografia sono interpretazione per cui l’uomo viene condotto a una vita di tipo individualistica ed egoistica assolutamente da rigettare.