Giocare creando musica è sviluppare l’arte che noi stessi siamo

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CC0 Creative Commons
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Silvia Leggio è pianista, concertista, docente di pianoforte presso il Conservatorio “A.Vivaldi” di Alessandria ed è laureata in tastiere antiche. Ha dedicato parte dei suoi studi all’approfondimento della didattica pianistica nell’età infantile.

Perché lo studio della musica migliora l’apprendimento scolastico?

Perché la musica, come linguaggio esatto e compiuto, aiuta quei processi mentali legati alle scienze matematiche: tenere il tempo è un modo pratico di contare mentalmente e col corpo. Per non parlare delle complesse strutture armoniche dominate da rapporti matematici. D’altro canto, essendo un linguaggio portatore di messaggi alti, ci collega direttamente anche alle scienze umane come contenuti estetici ed etici. Consideriamo che, per esempio, la musica di Beethoven avvicina tutti gli uomini a concetti come la fratellanza universale, l’infinito e la poesia. Nell’ambito del melodramma e di tutta la musica vocale la letteratura s’interseca strettamente con la musica. La letteratura è stata spesso fonte di ispirazione per i compositori (per esempio Schumann, Liszt è molti altri).

A quanti anni un bambino dovrebbe iniziare a studiare musica?

Penso che la musica non debba nascere come studio, ma come gioco in cui il bambino si possa esprimere come con qualsiasi altro linguaggio.

Quindi direi che appena possibile inizierei a fargli cantare delle canzoncine popolari e ninna nanne, e poi a usare il ritmo con le mani e i piedi e solo verso i 5 anni avviarlo ad uno strumento, ma sempre come gioco e mai come imposizione.

Che benefici comporta lo studio delle arti?

Io non parlerei di benefici. Le arti sono parte dell’uomo e lo sono sempre state. Quindi direi: “che malefici comporta non sviluppare la creatività e l’arte che siamo noi stessi?”

Un uomo per poter vivere deve creare e quello è il suo talento, direi che l’arte è lui stesso.

Se impariamo a giocare creando o suonando musica, per esempio, impareremo a vivere creando il gioco che più ci appartiene e che diventerà magari la nostra attività lavorativa.

Lei sta lavorando al progetto Maestri d’arte per l’infanzia che si terrà da ottobre al Teatro San Babila di Milano. Perché un genitore o un nonno dovrebbe iscrivere un bambino a questo percorso creativo?

Perché è un percorso completo dove il bambino potrà esprimere i propri talenti imparando i rudimenti dei saperi attraverso la bellezza che è già in lui. Il corso è rivolto a bambini di 4 e 5 anni e si articolerà in due pomeriggi a settimana (martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30) da ottobre a maggio.  

Cos’è per lei la musica?

Un meraviglioso linguaggio universale attraverso cui esprimere se stessi . Una delle arti più indefinibile e indefinite che accomuna tutti gli uomini senza distinzione di lingua, razza o credo religioso, portatrice  di valori positivi che elevano l’uomo al di sopra della sua condizione umana verso universi spirituali.