Castiglione delle Stiviere. Ospedale psichiatrico giudiziario. Una giornata uguale a tutte le altre in una stanza a piano terra. Due donne indossano lo stesso abito, grigio. Maria e Anna (Lucia Lavia e Giulia Galiani) dividono, loro malgrado, una stanza asettica illuminata da luce al neon; dividono il letto, così come le loro tormentate esistenze. Sono delle assassine, entrambe. Hanno ucciso i loro figli, piccoli. L’una l’ha dimenticato in auto, l’altra lo ha gettato dal balcone, spinta al folle gesto da misteriose voci. Maria e Anna condividono un’esistenza faticosa, senza speranza, trascinandosi in giornate grigie, sempre uguali, scandite dalla monotonia, travagliate dai ricordi delle vite precedenti. Parlano, litigano, ripensano, soffrono. Tutto questo sotto il vigile sguardo di un personaggio proiettato, sorta di anima nera che sorveglia questa stanza soffocante. Proprio come accadeva nella tragedia classica, il pubblico partecipa alla storia attraverso la narrazione di una terza donna – Giovanna Guida – che ha il ruolo di “coro”.
Una storia dura, tragica e tragicamente attuale in uno spazio teatrale piccolo, angusto, certamente claustrofobico, come claustrofobica risulta la pièce. Ti porto con me di Arianna Mattioli per la regia di Lorenzo Lavia è la ricerca affannosa delle protagoniste di una via di fuga dalla monomania ciclico-ossessiva di un ricordo troppo violento da poter essere dimenticato.
Lo spettacolo ha aperto la stagione 2018 di Eliseo Off, rassegna che esplora il teatro d’autore contemporaneo nel foyer di II° balconata. In scena fino al 26 febbraio, un’eccellente performance che vede insieme i due figli di Gabriele Lavia.