

Giovanni Gasparro (Bari, 1983) può essere considerato uno dei giovani pittori contemporanei da seguire. Il suo curriculum parla chiaro: esposizione nel Padiglione Italia della 54 a Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi e mostre personali in spazi prestigiosi come la Sala dei Papi della Real Basilica di Superga a Torino o la Galleria Nazionale di Palazzo Arnone di Cosenza, “espatriando” anche al Grand Palais di Parigi. Aggiungiamo che Ferzan Özpetek scelse d’inquadrare una sua Ultima Cena nel film Saturno contro.
Gasparro è un artista legato alla tradizione, forte da uno stile che infonde i soggetti di una superba spiritualità: da qui l’attenzione del mondo ecclesiastico nei suoi confronti, come testimonia la recente personale negli austeri spazi del Museo e della Pinacoteca Diocesani di Imola, con una serie di ritratti di Papi che sono stati anche i vescovi della città (Alessandro VII, Pio VII e Pio IX).
Gasparro “eccellente pittore” dunque (per chiosare il “diario della pittura italiana” del critico Camillo Langone), che per abilità e sensibilità può considerarsi già maestro dell’antica tecnica della pittura, avendo appreso a sua volta la lezione dei Maestri.