Salvatore Alessi, pittore classico e “supermoderno”

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emanuele beluffi, ilgiornaleoff
ECCE BROKER,olio su tela,180×200

Una contemporaneità, tra surrealismo, iperrealismo e alienazione. Così definirei l’arte di Salvatore Alessi, nato a San Cataldo (Caltanisetta) nel 1974. Attivo anche come scenografo teatrale e cinematografico, nonché come regista, il giovane artista ci parla dei nostri giorni in una chiave sicuramente nuova, mettendo insieme delle correnti che di solito rimangono contrapposte. In effetti Alessi utilizza la sua perfetta tecnica iperrealista per parlarci da vicino della solitudine in cui s’immerge l’individuo dei nostri tempi, arrivando così a una sorta di “Iperrealismo concettuale”, tramite il quale può parlarci delle problematiche attuali, senza perdere di vista l’elemento visionario e surrealistico.

Prendiamo per esempio Ecce Broker del 2010. In questo caso troviamo una serie di uomini di affari intenti a utilizzare il loro telefonino. Non si guardano, sono chiusi in se stessi, il paesaggio che li circonda non è di loro interesse. Sono in aria – questo dà loro un senso sognante e di visione -, sono uomini volanti immersi nei loro mondi, uomini che non si rendono minimamente conto della dimensione in cui vivono. Solo uno, nel sottofondo, di spalle, sembra salvarsi, egli è perfettamente piantato a terra, senza cellulare, girato di spalle rispetto agli altri, è l’unico che ricerca qualcosa di più rispetto alla propria prigione interiore.

emanuele beluffi, ilgiornaleoff
hourglass,oil on canvas,200×150 cm

Un’opera in cui emerge lo squisito gusto per il Surrealismo di Alessi è, tra le altre, Hourglass, un vero e proprio capolavoro di estetismo e simmetria, dove si nota nella parte alta una massa di corpi femminili nudi e nella parte bassa una donna nuda letteralmente conficcata come una freccia all’interno di un numeroso gruppo di uomini vestiti che si gettano su di lei – metafora forse della donna vista meramente come oggetto sessuale e soltanto per la sua bellezza fisica? Questo ensemble di persone ricorda la Venere degli Stracci di Pistoletto, mentre la struttura generale del dipinto riecheggia di rimandi classici, l’armonia e la perfetta geometria con cui le figure sono sistemate ci porta infatti a individuare in Alessi un altro importante tratto, quella della sua formazione classica e della sua consapevolezza di come gl’insegnamenti degli antichi Maestri siano fondamentali anche in opere moderne, quali sono decisamente le sue.