Basta con l’Arte Povera de noartri! Torniamo all’ordine (della pittura)

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Una volta vedere dei dipinti a una fiera d’arte non sarebbe stato incredibile; magari avrebbe fatto scalpore un “Salon des Refusés” controcorrente di pittori impressionisti, ma vedere quadri è da sempre il minimo delle aspettative parlando d’arte. A Milano è in corso GrandArt, prima e unica fiera dedicata alla pittura e alla figurazione e questo sì che è incredibile, visto che l’arte “4.0” (valore numerico a crescita esponenziale in base al meridiano di Silicon Valley) consta di installazioni e cinema vari. C’è in realtà bisogno di un rinnovato “ritorno all’ordine” e le premesse per una nuova onda tributaria della tradizione e della figurazione stanno proprio nella giovane pittura italiana: Sergio Padovani è in mostra al Museo di Imola con una serie di opere sull’iconografia dei santi che riportano l’aura medievale e umanistico-rinascimentale in una dimensione contemporanea, mentre Giovanni Gasparro ha appena realizzato una pala d’altare per la chiesa di San Francesco a Trani con una pittura che viene dal 600. Lui è pittore “religioso” e l’altro no, ma entrambi stanno ricreando quella scena pittorica fedele alla tradizione e alla figurazione che da sempre ci appartiene e che il sistema mainstream dell’Arte Povera ricicciata e delle varie Artissima e MiArt e Biennali ha relegato nell’ombra. Ma ancora per poco.

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