Gregorio è un ragazzo normale. Un romano “de Roma” alla soglia dei trent’anni, un giovane che vive la vita alla giornata all’insegna della spensieratezza tipica di quell’età. A Gregorio non manca nulla, amici, famiglia, agiatezza e istruzione, eppure ha un vuoto dentro. Quasi trent’anni è la storia di come si colma questo vuoto. Non si tratta di ricette, non si tratta di formule segrete, è la storia di un percorso interiore, alla ricerca del Perdono. La ricerca di Gregorio sarà condita da una travolgente storia d’amore, quella con Beatrice, di quelle che ti rapiscono l’anima, che ti stravolgono dentro. Quasi trent’anni è anche e soprattutto goliardia: serate romane estive e meno estive, all’insegna di alcol (tanto alcol) e divertimento. Accompagnato dagli amici di sempre Gregorio compirà le esperienze più esilaranti, nei vicoli di una Roma bellissima, quelli della Nannaré di Gabriella Ferri, delle battute di Alberto Sordi, del traffico congestionato e della bellezza invisibile ad occhi abituati. E ancora, l’incanto del mare, che diviene fuga dalla realtà. Sono questi gli scenari della sua evoluzione, tesa tra un polo che lo avvicina alla felicità e un altro che lo spinge verso le incertezze e i soliti vecchi errori. Gregorio alla fine riuscirà a trovare il proprio equilibrio, tornando ad accettare la sofferenza, lo sbaglio, la colpa e le sue conseguenze.
Sagaci ristoratori, burberi proprietari di birrerie e instancabili viaggiatori dell’introspezione faranno vera poesia di alcuni stralci di questo libro che è un vero e proprio romanzo di formazione che si propone di guidare una generazione che, lasciata preda dei propri vizi, con coraggio affronta le insicurezze, supera i limiti e trova la propria strada.
“È come se Dio ci avesse voluto condannare all’eterna incertezza, per non permetterci di appagarci e continuare così, ogni santo giorno, a spenderci, donarci, dare tutti noi stessi. In fondo è questo quello che possiamo fare, senza perder tempo a pensare come poter cambiare il mondo, basterebbe fare il nostro meglio, per cambiarlo davvero.”
(Tratto da Quasi trent’anni)
Non siamo tutti dei bamboccioni come vogliono dipingerci, ma forse come racconta il romanzo, siamo solo dei ragazzi senza più eroi, una generazione nata a cavallo degli anni ’80 e ‘90 e cresciuta tra cambiamenti, che ancora non sente propri, costretti a trovare da soli il proprio percorso, contro ogni incertezza. “Quasi trent’anni” è una storia di scelte, di quelle che ti cambiano la vita, ma non di quelle banali, legate al lavoro, al futuro e alla famiglia, ma di quelle che ti pongono davanti ad al bivio più importante: quello che ti chiede “chi vuoi essere davvero?”. E la risposta a questa domanda è la più importante perché è quella che ti rende facili tutte le altre risposte.
Il libro si regge da sé senza aver bisogno di una vera e propria trama per coinvolgere il lettore e lo stile è sorprendentemente già molto caratterizzato ed uniforme per essere il prodotto di uno scrittore alla sua prima pubblicazione. I capitoli del libro non hanno un titolo, ma rappresentano ognuno uno stato d’animo diverso, frutto di una costruzione voluta e ricercata.
L’autore, Giancarlo Chiarucci, è nato a Roma nel 1987. Nel 2012 è stato autore e speaker del programma Carta bianca, andato in onda su Radio Luiss. Nel 2013 ha creato il blog “Mapperò, non si dice”, contenitore di poesie – principalmente in romanesco – e articoli di attualità. Nel 2014 ha conseguito la Laurea magistrale in Scienze politiche e relazioni internazionali. Ha vissuto a Berlino e Dublino, e ora vive a Roma. “Quasi trent’anni” è il suo primo romanzo.
Nun è sempre facile avecce er sorriso,
esse’ spensierato e allegro sul viso.
Nun è poi normale nun avecce ‘n pensiero,
preferi’ esse’ maschera e rinuncia’ a esse’ sincero.
Ce stanno momenti in cui c’è bisogno di stare,
dietro le fila e lascia’ er monno fare.
Ce stanno periodi in cui osservi il futuro,
e staccasse dal passato diventa più duro.
Ma ce sta pure ‘n cuore che batte più forte,
che appena lo chiedi te apre le porte.
Perciò lassa perde la malinconia,
lassala perde ‘sta malattia.
Ricorda che quando er buio è più scuro,
è solo l’inizio del giorno venturo.
(Tratto da Quasi trent’anni)