«Nasce con la voglia di fare musica senza filtri, influenze di marketing o business». Velhade racconta così “Afrosarda” il debut album che la rappresenta fin dal titolo, un neologismo che mette insieme i luoghi delle sue origini: l’Africa del papà e la Sardegna della mamma. Per l’artista cresciuta a Milano («Ma mi sento cittadina del mondo») questo termine da indicazione geografica si trasforma in uno stile musicale che fonde i suoni della tradizione folkloristica sarda ed i ritmi del continente africano, in un ricercato mix di sonorità elettroniche ed acustiche. La contaminazione è alla base del disco: «C’è tutta la musica che mi piace, dal soul al jazz; c’è anche tutta la mia vita, il mio passato, il mio bagaglio culturale. Mi esprime al cento per cento». Quattordici i brani («Sono legata a tutti come se fossero figli miei) tra cui, oltre alla title track, i due singoli “Insieme”, che riflette sugli effetti distruttivi e annichilenti della società sull’animo umano, e “Oro nero”, celebrazione della forza di non cedere mai ai compromessi. Figlia d’arte («Mio padre è musicista, coreografo e cantante, mentre mamma è una performer e deejay che lavora ad Ibiza»), studia fin da bambina canto, danza e pianoforte. «In casa mia si è ascoltata musica diversa e ho assorbito tutti i generi, dal new age al blues fino al cantautorato di Ivano Fossati, Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè e Paolo Conte. Mi piacciono molto anche l’hip hop e Sade, ma il mio mito è Michael Jackson» racconta. Dopo gli inizi all’interno di un gruppo gospel americano itinerante, nel 2004 inizia l’avventura in tv al fianco di Piero Chiambretti. Lei è la voce che abbiamo ascoltato negli intermezzi musicali di tutti i suoi programmi, da “Chiambretti night” a “Marchette”: «Sono stati undici anni di vita in famiglia, un percorso in cui ho imparato tantissimo. All’inizio interpretavo solo cover, poi ho portato i miei progetti. Interprete anche per un famoso spot di una rilettura di “Sei bellissima” di Loredana Bertè, oggi Vehlade dice: «Sono un po’ stanca di fare cover, è arrivato il momento di dedicarmi alla mia musica. Per anni sono stata con un taccuino in giro, la scrittura per me è terapeutica, mi aiuta soprattutto nei momenti meno belli. Quando sei felce sei tra le nuvole, mentre quando soffri vivi di più nel presente». Quanto al futuro, invece, la cantante confida: «Sogno di cantare il mio repertorio portando sul palco una band di quaranta elementi».
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