Tornano a rivivere gli anni splendenti della pittura senese

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1 (13)Cosa c’è di più bello che unire l’arte con la bellezza del paesaggio e il buon cibo? È possibile farlo in terra di Siena, dove sino al 30 settembre ottanta capolavori di pittura senese del Cinquecento e della prima metà del Seicento sono esposti nella mostra “Il buon secolo della pittura senese”. Opere provenienti da collezioni pubbliche e private, chiese e istituti religiosi. Rassegna singolare, perché ospitata in tre città diverse, ma vicine, Montepulciano, San Quirico d’Orcia e Pienza. Così il visitatore può spostarsi di colle in colle, tra antichi borghi ricchi di storia e una natura solare e incorrotta, assaporando i buoni prodotti locali in caratteristiche trattorie, dai famosi “pici” all’aglione, cacio e pepe agli ottimi vini.

E poi una scorpacciata di pittura senese, bellissima, abbastanza nota, ma non quanto meriterebbe. I due secoli, ‘500 e ‘600, sono fertilissimi nel territorio di Siena, come recita il titolo della mostra tratto da una frase dell’abate Luigi Lanzi, storico dell’arte ed erudito del Settecento.

La prima tappa, il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano, dove un dipinto con Santa Agnese attribuito al giovane Beccafumi in base ad un ritrovato documento di commissione datato 1507, fornisce l’occasione per ripercorrere e valutare la problematica giovinezza dell’artista e confrontarne le opere con quelle di contemporanei.

La seconda tappa, palazzo Chigi Zondadari a San Quirico d’Orcia, un palazzosodoma, sacra famiglia con san giovannino Mostra di S. Quirico storico zeppo di memorie. Qui ci accoglie la monumentale Madonna con il Bambino e i santi Leonardo e Sebastiano di Bartolomeo Neroni detto il Riccio, dipinta a metà Cinquecento e proveniente dall’Oratorio della Misericordia. Molte le sorprese: pale d’altare, testate dipinte, quadri devozionali e mitologici, da gustarsi uno per uno. Opere di artisti noti e meno, dal Riccio al Sodoma, da Marco Pino a Beccafumi a tanti altri.

Terza sosta, Pienza, città che da sola vale una visita. La mostra ha sede nel Conservatorio di San Bartolomeo, dove protagonista è Francesco Rustici detto il Rustichino, un caravaggesco poco noto al pubblico, ma bravissimo. E con lui i suoi maestri veri o ideali, tra cui spicca Orazio Gentileschi con una intensa Madonna in adorazione del Bambino di collezione privata, in stretto rapporto con le due Annunciazioni di Genova e Torino. E poi ci sono Antiveduto Gramatica, Alessandro Casolani, Rutilio e Domenico Manetti e tanti altri artisti, tutti da conoscere. Ricco e bello il catalogo (Pacini Editore).