In fisica il caos indica l’impossibilità di stimare il valore futuro delle grandezze che caratterizzano un sistema fisico in evoluzione. Nelle cosmologie greche χάος era al contrario il passato remoto preesistente all’universo ordinato, la terra
inanis et vacua della Bibbia. Tra il passato e il futuro c’è il presente, che è un istante da dilatare per comprendere i meccanismi in azione. Fare filosofia non è tanto rifarsi a sistemi comprensibili solo a un élite, quanto dedicarsi alla riflessione sull’attuale. Ed è proprio questo il metodo di Renato Cristin, che in I padroni del caos (Liberilibri, pp. 448, € 20) chiarisce molti misteri su quanto va accadendo, dalle nostre coste alle nostre menti. Giova ricordare che Cristin è professore emerito di Ermeneutica filosofica all’Università di Trieste, ex direttore dell’Istituto di Italiano di Cultura di Berlino e direttore scientifico della Fondazione Liberal.
Cristin è un fine conoscitore della fenomenologia husserliana, di Heidegger e di Leibniz. In breve, un’autorità, uno che la sa lunga ma compare poco sui giornaloni, dove vanno di moda i filosofi a là page, vuoti predicatori del verbo maggioritario. Proprio quello che il nostro pensatore mitteleuropeo demolisce a colpi di “metodo rigoroso”, attraverso una “filosofia dell’identità”, tant’è vero che si era pensato di aggiungere un sottotitolo: l’Europa tra identità e sostituzione, ipotesi poi scartata. La piaga in effetti duole, i due sostantivi toccano il nervo scoperto della mentalità dominante.
Il caos è figlio del ’68, come l’Europa unita in cui viviamo infelicemente, schiacciati da un funzionalismo burocratico inteso a superare le nazionalità sempre più simile a un “politburo di sovietica memoria”. Come il caos dovuto all’alterazione dei caratteri europei, in una forma di sostituzione culturale che, a velocità impressionante, si sta facendo etnica. Di questa multiforme galassia dell’universalismo multiculturalista fanno parte l’accesso incontrollato di persone di altri continenti, il conformismo political correctness e il complesso psicologico autodistruttivo noto come il complesso d’Europa. L’elenco potrebbe continuare a lungo, comprendendo l’irenismo della Chiesa attuale, le tendenze comuniste e terzomondiste “veicolate dai maggiori gruppi mediatici e finanziari” e molto altro ancora. Ma è meglio fermarsi qui: perché I padroni del caos dev’esser letto, esso chiarisce quanto il caos odierno sia predeterminato da una mentalità che dev’essere estirpata con la riaffermazione dell’identità e la rigenerazione della tradizione.