“Parliamone sabato”, ci siamo detti nei giorni scorsi, quando una mail arrivata alla nostra redazione ci chiedeva di poter acquistare il piede pubblicitario della nostra pagina. Un fan, che chiede l’anonimato, voleva manifestare la propria solidarietà a Paola Perego dopo la chiusura del suo programma per lo “scandaloso” sondaggio sulle donne dell’est. Noi che amiamo essere liberi l’abbiamo accontentato.
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Nei giorni in cui se ne vanno Tomas Milian e Cino Tortorella il pensiero corre a quel modo di fare tv molto lontano dal politicamente corretto. Lo Zecchino d’oro creò una vera e propria strategia culturale basata su valori sani intorno ad una gara canora per bambini, dove l’importante non era vincere ma far parte di quella straordinaria comunità. Siamo lontani dai nostri triti e ritriti talent dove i concorrenti vengono prima spinti ad odiarsi e poi a cercare la catarsi in quei finti abbracci finali. È un parallelo che dovrebbe dare il giusto peso al troppo clamore creato in Rai intorno al caso Perego. Ma forse dietro, oltre ai dati auditel, c’è la resa dei conti nel partito. “A Venticè qui ce stanno a cojonà” direbbe Er Monnezza. Allora per mettere un po’di ordine torniamo alla tv di qualità. Quella da lassù, in bianco e nero con la mantella azzurra del Mago Zurlì.
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