Questa è la storia della “più amata dagli italiani”che però non è capace di amare. Sul palco del Teatro Brancaccio di Roma, fino al 26 marzo, per il nuovo musical diretto da Maurizio Colombi, Lorella Cuccarini è La Regina di Ghiaccio.Turandot, che a causa dell’incantesimo delle tre perfide streghe Gelida (Federica Buda) Tormenta (Valentina Ferrari) e Nebbia (Silvia Scartozzoni), personaggi inventati da Colombi per dare un tocco fiabesco alla sceneggiatura, è condannata a far innamorare di sé chi la guarda negli occhi. La scena si apre con il costume della Turandot pucciniana in una teca di vetro, custodito in un museo. Poi tutto cambia ed è come se, per magia, lo spettatore fosse catapultato in un’altra epoca. E con i costumi di Francesca Grossi, le musiche di Davide Magnabosco e le coreografie di Rita Pivano,il pubblico è accompagnato in un tempo passato dal fascino orientale. Con tanto di neve artificiale per i “fortunati” in prima fila. Alla corte di Turandot dodici aspiranti consorti (tra cui il principe di Persia che vede nella parte Flavio Tallini)che hanno provato invano, rimettendoci la testa, a conquistare il cuore di ghiaccio della bellissima principessa. Senza rispondere correttamente ai tre indovinelli che, in caso contrario,avrebbero consentito ai pretendenti di sposarla. Ed è con l’ardore e la dolcezza di Calaf (Pietro Pignatelli)che,ad occhi chiusi, il cuore gelido di Turandot si scioglie. Lei inizia a pensare a lui, ma non conosce il suo volto e il suo nome. Lui risponde ai tre indovinelli ma lei, rinverdito l’incantesimo delle tre malefiche streghe, confessa di non amarlo in pubblico e il principe, che di Turandot è innamorato, le dà la possibilità di indovinare il suo nome all’alba. E se lei dovesse scoprirlo, lui sarebbe disposto a morire per mano sua. Perché, alla risposta esatta della principessa, lei non lo avrebbe sposato, ma ucciso come aveva fatto con tutti gli altri. Turandot, grazie alla schiava Zelima (Laura Contardi) che del bel Calaf era innamorata, scopre il suo nome, avrebbe potuto pronunciarlo pubblicamente, pena la morte di colui che avrebbe dovuto sposare. Però non lo fa. Il nome di Calaf per lei fa rima con sole, fuoco, passione. E con il bacio che non aveva mai dato.
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In un’atmosfera disneyana in pieno stile “e vissero felici e contenti”, in cui il musical diventa uno show consigliato ai bimbi che hanno amato Frozen, il regista rielabora l’opera incompiuta di Giacomo Puccini e la rende fiaba. Romantica sì, ma al contempo rock grazie alla presenza delle tre streghe che incantano, per bravura vocale e interpretativa, la sala del Brancaccio. Lorella Cuccarini, dopo Rapunzel, diretta sempre da Colombi, dove interpretava la diabolica Madre Gothel, sembra essere a suo agio nei panni di cattiva che distolgono l’attenzione dal personaggio tanto amato dai telespettatori e regalano una visione differente dell’artista. Più algida, per via del ruolo, e che non dispiace, anzi. Sul palcoscenico sono pochi, purtroppo, i momenti in cui Lorella danza, ma la sua voce calda fa venire i brividi durante l’intero spettacolo.Anche la presenza dei personaggi Chang’E’ (Simonetta Cartia) e Yao (Sergio Mancinelli) danno al musical picchi di ironia e divertimento tra battute esilaranti e comicità con i buffi giullari e consiglieri dell’imperatore Ping, Pong e Pang (Giancarlo Teodori, Jonathan Guerrero e Adonà Mamo) insieme a Paolo Barillari che interpreta Altoum.
Uno show per tutti, tenero e appassionante, che i bambini di ogni età apprezzeranno e che scalda i cuori congelati, sciogliendo lacrime di ghiaccio.