Krampus, i diavoli del Friuli: ponte tra identità e religione

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15857127_200474717089664_739825002_o“Fai il bravo altrimenti Babbo Natale non ti porterà i regali quest’anno”, questo è l’ammonimento tipico dei genitori di tutta Italia all’approssimarsi delle festività natalizie. Un incentivo per avere e se non bastasse a calmare i bambini più discoli?

Nell’arco alpino centro-orientale europeo, per risolvere i capricci di taluni fanciulli, è solito usare invece un incentivo “per non avere” … per non avere la visita del Krampus.

I Krampus, evento tipico delle festività natalizie nato più di 500 anni fa e tuttora festeggiato in quasi tutto il Friuli Venezia Giulia, sono dei diavoli che accompagnano San Nicolò (equivalente di San Nicola da Bari) nella tradizionale sfilata lungo le strade dei paesi di montagna.

Prima dell’avvento del Cristianesimo, questa tradizione era comunque legata al Solstizio d’inverno, tuttavia i Krampus, impossibili da sradicare da queste popolazioni, hanno saputo perfettamente intrecciarsi con il Cristianesimo, diventando in queste zone vero e proprio collante identitario ed al contempo religioso.

I Krampus sono uomini-caproni scatenati e molto inquietanti che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini “cattivi” che colpiscono con la loro frusta e, talvolta, caricano in braccio e portano via.Con abiti laceri, sporchi e consunti, vagano per le vie dei paesi, provocando rumori ottenuti da campanacci o corni, che li accompagnano nel tragitto che li porta in giro, mentre frustano la gente, sporcano di carbone il volto dei bambini, e ne rapiscono i più cattivi.

Si racconta, inoltre, che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale.

Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.
Venne dunque chiamato il vescovo Nicolò, per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

Oggi quello dei Krampus ha assunto ormai la forma quasi di un ordine religioso, con tanto di rito d’investitura.

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Tra le feste più importanti, bisogna menzionare quella del 5 dicembre a Camporosso di Tarvisio ove all’imbrunire inizia la fiaccolata per il paese e la festa, che si svolge nel piazzale della canonica, dove i Krampus rincorrono i bambini cattivi, mentre San Nicolò chiama a sé gli stessi bambini per recitare una preghierina ed essere di nuovo annoverati tra i bambini “buoni”, o quella di Tarvisio ove, sempre il 5 dicembre, si porta in scesa la suggestiva la sfilata con il Krampus bianco che giunto in piazza si inchina a San Nicolò che esce dalla chiesa nel silenzio più assoluto, nonché quella nell’anfiteatro naturale di Rutte (fraz. di Tarvisio), una sfilata dove fiaccole e fumogeni accompagnano i Krampus e San Nicolò dall’interno del bosco, nonché a Tarvisio Centrale (frazione di Tarvisio) ove, sempre nello stesso giorno, è posta una gabbia nella quale vengono rinchiusi i bambini più cattivi.

Tuttavia, la più bella manifestazione dei Krampus quest’anno si è avuta a Pontebba ove sono confluiti, oltre ai Krampus friulano, anche quelli sloveni, austriaci e bavaresi. Interminabile il corte dei Krampus ed simbolico il momento in cui San Nicolò, sconfitti i Krampus, cala una croce di legno lungo il letto del fiume che scenderà a valle.

Se per i bambini di tutto il resto d’Italia vedere i Krampus equivarrebbe ad incubi od addirittura traumi infantili, per i bambini friulani non c’è niente di più divertente che tirare la coda o i vestiti dei krampus, correndo tra di loro e prendendoli in giro. Il machismo della montagna non si piega al buonismo radical-chic odierno.

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Riccardo Prisciano
Autore del libro “Nazislamismo” (Ed. Solfanelli), la cui presentazione è stata curata da Magdi C. Allam. Ho prestato servizio come Volontario nell’Esercito Italiano in gloriose Brigate quali la Brigata Alpina “Julia” e la Brigata Paracadutisti “Folgore”, per poi transitare nell’Arma dei Carabinieri ove ho raggiunto il grado di Maresciallo. L’amore per la politica sboccia sin da giovanissimo: a 15 anni venivo eletto quale Presidente del Circolo “Sergio Ramelli” di Azione Giovani di Avetrana (TA), la mia città d’origine.cOggi, sono Consigliere Comunale e Capogruppo Consigliare per “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale” a Tarcento (UD).Fermo sostenitore dello IUS SANGUINIS, quale elemento necessario di coesione sociale e culturale, sono stato il primo politico del Friuli Venezia Giulia a raccogliere firme per poter presentare una petizione contro la proposta di legge per la cittadinanza italiana agli immigrati denominata “IUS SOLI TEMPERATO – IUS CULTURAE”.