Lara Balbo, una giovane stella danza sul palco

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_mg_7164_3_sm_bwQuando, un martedì mattina, mi andai a sedere ad un tavolino di un bar per intervistare Lara Balbo non sapevo ancora bene come cominciare. Non sapevo definire una “prima domanda” ma poi l’ho vista arrivare. Appare come un’attrice ma sembra una  ballerina pronta ad entrare in scena. Si siede, ordina una spremuta, un cornetto integrale, ed inizia a raccontarmi la sua vita.

Attrice, classe 1988, nata nella provincia di Padova, precisamente ad Urbana, inizia con un percorso di danza durato dieci anni e che dura ancora oggi, per scoprirsi attrice.

La sua carriera la porta in tv passando per i teatri internazionali. Dall’Opera di Bucarest al Globe Theatre di Roma sotto la direzione artistica di Gigi Proietti dove è appena andata in scena in “Molto Rumore per Nulla” nel ruolo di Margherita.

Approda al grande schermo con “Gli Ultimi saranno Ultimi”. L’ultimo film di Massimiliano Bruno, scelto tra i dieci titoli approvati che andranno a concorrere per rappresentare l’Italia agli Oscar.

“Dove finisce la ballerina e dove termina l’attrice ?”

“Danza e recitazione spesso vanno a coincidere. Sono due forme artistiche che presuppongono una padronanza di movimento, consapevolezza del proprio corpo e dello spazio scenico, e che mettono a nudo molti aspetti della mia interiorità.” Probabilmente non saprei scegliere tra le due metà della mela perciò le chiedo se la sua divisione tra cinema, teatro e tv è diversificata o si tratta dello stesso elemento in cui nuotare. Mi guarda e poi mi dice: “La parola chiave è in ogni caso RECITAZIONE. Si è attori a teatro e lo si è al cinema. Certo ci sono delle differenze ma il percorso attoriale, il lavoro sul personaggio è lo stesso. Si deve portare in scena una storia, in entrambi i casi. Nel cinema si lavora di dettagli,  ovviamente per il fatto che interagiamo con una telecamera che assorbe ogni particolare. Ma comunque sempre là si va a finire: si deve mettere in scena qualcosa”

Ti dividi spesso tra Roma, Padova, Milano, Torino ma, dove immagini la prossima frontiera ?

“Devo dire che nella mia vita il “nomadismo” ha avuto un ruolo importante. Ho scelto un lavoro che, mi porta a viaggiare molto, e questo è un aspetto bellissimo per me che sono una persona molto curiosa. La stabilità si tende a cercarla molto spesso, però, quando la si ha, si cerca sempre qualcos’altro. Un_mg_7246_2_sm classico. È il paradosso della vita. Io personalmente non amo il cambiamento, ma sinceramente lo cerco. Ciò si traduce anche nelle città in cui scelgo di vivere. Quindi sono pronta sempre a nuove frontiere. Chissà cosa mi riserva il futuro”

È bello vedere che ami la tua vita come ami il tuo lavoro, ma, se sul palco sei ON, ci racconti qualcosa di OFF ?

“Ho recitato in tanti teatri e tanti set ma, quello che il pubblico non sa, è proprio il reparto OFF. Il famoso DIETRO LE QUINTE. Nessuno sa cosa avviene e spesso, nemmeno noi ce ne rendiamo conto. Una volta ero in tournée in Sicilia. Recitavamo in un anfiteatro greco che aveva più di 2000 anni, portati benissimo però. Arrivati nei camerini troviamo un serpente che stava inseguendo un topolino e le sarte ci avevano appena comunicato che l’area non era stata totalmente bonificata. Il risultato: una delle attrici fu morsa durante una replica e tutta la compagnia viveva nel terrore degli insetti. È stato un episodio che ha unito tutta la compagnia perché ci controllavamo i vestiti a vicenda. Una bella avventura… da non ripetere” 

Immagino il viso dei tuoi genitori quando gli hai detto che volevi partire per inseguire i tuoi sogni

“Erano contentissimi. Un po’ preoccupati, come è giusto che sia, ma entusiasti. La mia famiglia è sempre stata pronta a rispettare le mie scelte, purché mi rendessero felice. Il loro sostegno e i loro consigli non sono mai mancati. Li ringrazierò a vita perché se non fosse stato per loro io non avrei potuto realizzare molte cose.”

In alcuni balli conduce sempre l’uomo. Secondo te è una giusta realtà ?

“Sinceramente penso di no. Nel ballo, come nella vita, ci si deve condurre a vicenda. Sicuramente nell’atto tecnico della danza l’uomo guida, ma lo fa perché la donna glielo permette. Si tratta sempre di un lavoro di coppia, dove ci si ascolta e ci si lascia guidare. Se non vi è ascolto non accade nulla, nel ballo come nella vita.”

_mg_6711_2_sh_gr_smHai sempre viaggiato spesso per vivere nuove emozioni, ma c’è stata una volta in cui è stato il viaggio stesso la tua esperienza di vita?

“Ricordo la prima volta che viaggiai in aereo: avevo 15 anni, e stavo andando in Romania per uno stage di danza presso l’Operà di Bucarest. Lo stewart mi prese in simpatia e mi portò in cabina di pilotaggio per farmi vedere il cielo. Fu molto emozionante. Non avevo mai visto nulla di simile. Mi sentii piccola e grande nello stesso istante. Percepisci il mondo e non vorresti lasciarlo andare via.”

Un grande maestro con cui hai lavorato è Gigi Proietti. Lui ha sempre detto che attori si nasce e non lo si diventa. Però bisogna capire che lo si è. Tu quando l’hai capito ?

“L’ho capito col tempo, come tutti. Dedicandomi costantemente allo studio e al lavoro quotidiano. Appena ho iniziato a studiare recitazione, a vent’anni, ho percepito istintivamente che era la strada giusta, ma la conferma l’ho avuta dopo con il vero lavoro. L’ho capito dal fatto, che, nonostante la fatica e la difficoltà nel crearsi un posticino in questo mondo, la mia determinazione e passione non sono mai svanite. Credo che questo faccia la differenza nel decidere il mestiere della propria vita, in qualsiasi campo.”