La vita è tutta una metafora visiva, tra arte e tecnologia

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8-lowFotogiornalismo e arte. Insieme al complesso museale Tate di Londra fino al 27 novembre. Il progetto di “Fabrica”, centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group con sede a Treviso, si chiama Recognition e, in partnership con Microsoft, si è aggiudicato l’IK Prize 2016 (premio nato in memoria della filantropa Irene Kreitman) per l’innovazione digitale. Di cosa si tratta? Recognition è un progetto di intelligenza artificiale che ragiona per analogia, accostando e paragonando notizie fotogiornalistiche della Reuters (la divisione media della Thomson Reuters che ogni giorno raggiunge un miliardo di persone con il provider di news più grande al mondo) alla British art della collezione custodita alla Tate. Una galleria virtuale che crea metafore visive e che, basandosi sul concetto di similarità abbina due immagini svelando relazioni sottese tra passato e presente.

Con il coinvolgimento di visitatori e spettatori che possono interagire online con la macchina virtuale9_low attraverso i social. E’ come se un marchingegno frutto dell’intelligenza umana offrisse la chiave di lettura per decodificare la realtà, sfruttando la tecnologia che diventa, quasi per gioco, la lente di ingrandimento per osservare l’arte. Negli spazi della Tate Britain, poi,un display segue il lavoro della macchina virtuale lasciando al pubblico la possibilità di contribuire, attraverso la scelta personale delle immagini, al processo ottico di rielaborazione dell’algoritmo. Recognition è uno scanner ideale della realtà che presenta diverse conquiste tecnologiche nel riconoscimento di oggetti, volti e colori. Un esempio su tutti potrebbe essere l’accostamento tra Industrial Landscape 1955 di LS Lowry e la foto che vede l’aeroporto Changi di Singapore in fase di costruzione. Anche le composizioni possono essere analizzate dal software, stimolando il dibattito sul mondo dell’arte, ma anche sulle forme attraverso cui quest’ultima può esprimersi ed essere rappresentata. Una conquista per il team vincitore dell’IK Prize, che ha battuto altri validi 11_lowprogetti internazionali, collaborando anche con JoliBrain, gruppo di specialisti nel settore dell’intelligenza artificiale che opera a Tolosa. La squadra, composta da Coralie Gourguechon, Monica Lanaro, Angelo Semeraro e Isaac  Vallentin, spiega:”Creare Recognition è stata una sfida affascinante e complessa. Trasformare la nostra proposta concettuale in un progetto funzionale non sarebbe stato possibile senza gli esperti di JoliBrain, Emmanuel Benazera e Alexandre Girard. Non vediamo l’ora di scoprire le relazioni  ironiche che Recognition porterà a galla attraverso le interconnessioni che si creeranno tra il mondo dell’arte britannica e le notizie di attualità”. Per Kerstin Mogull, managing director di Tate “L’IK Prize vuole promuovere la creatività digitale. Ci si aspetta che Recognition stimoli incontri interessanti tra l’arte e gli eventi della contemporaneità, in  modo nuovo e provocatorio”.