Altro che ‘ape’. Cercate l’arte nel sottoscala

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Lasciate perdere le biennali, le gallerie, i vernissage. Per conoscere l’arte contemporanea, andate nei garage. E’ lì, nei garage degli artisti, nei loro sottoscala, nei loro appartamenti trasformati in modestissimi atelier, che potete conoscere il vivo dell’arte del nostro tempo. Nelle gallerie, nei (finti) musei che chiedono soldi per esporre, potete trovare solo il guscio vuoto dell’atto artistico: l’aperitivo, la brochure, il cataloghetto, le noccioline.

Andate invece nel garage di Prato dove Daniela Billi dipinge i suoi strazianti e moderni Gesù Cristo; andate a Cemmo a vedere come Gabriella Furlani trasforma un orribile magazzino in una chiesa intoccabile; andate a farvi stregare, come il Premio Nobel José Saramago, dall’arte di Stefano Tonelli nella sua lontana casa di Montescudaio; fermatevi a Firenze nell’appartamento tumultuoso e astratto di Alberto Gallingani. E se vedete un artista che ci tiene alle esposizioni fighette, ditegli che troverà più gloria, più immortalità, se le sue opere stanno in casa o se vanno a far rinascere gli eremi sperduti come il Mirteto del XII secolo a Pisa o i ruderi bellissimi della chiesa di Aquilea sopra Lucca. L’arte è sempre così: vive di più laddove non si vede