La splendida “Filumena”: un melodramma a lieto fine

0

59 Festival Dei 2 Mondi, Spettacolo Filumena MarturanoDi Filumene ne abbiamo viste tante a cominciare da Regina Bianchi  che oggi appare inevitabilmente datata prigioniera com’è di quella formula strappalacrime cui si era sottratta la meravigliosa Titina per finire ahimé col solo clamoroso errore compiuto nella sua carriera da Valeria Moriconi e seguito a ruota, ma in televisione  da Mariangela Melato. Mentre persino la napoletanissima Lina Sastri tentò una manovra diversiva facendo del personaggio-monstre di Eduardo una sorta di malefica arpia.

Oggi per fortuna Filumena, nell’interpretazione realistica della regista Liliana Cavani diventa una donna che rivendica i suoi diritti contro una morale ottusa che la vorrebbe ridotta al ruolo di comodo dell’amante  e non a quello  legittimo di moglie. La scena di Raimonda Gaetani è eloquente in proposito con quella sala da pranzo-salotto, luogo di passaggio obbligato della famiglia italiana. Sede dei battibecchi, delle scenate e delle riconciliazioni di una Napoli caput mundi sempre uguale a se stessa nonostante il passare degli anni. Dove non c’è contrasto se non di puro ossequio alla morale borghese negli opposti temperamenti di Domenico Soriano e della sua eterna amante. Che un Geppy Gleijeses in stato di grazia e sorprendente maturità espressiva oppone alla nevrosi incalzante bagnata di acido patetismo di una straordinaria Mariangela d’ Abbraccio. Di un patetismo allucinante e rarefatto che strappa un fragoroso applauso quando al finale i due finalmente si baciano. Magnifico l’apporto della regia che senza alterare il testo  lo tramuta in una grande sceneggiatura tra cinema e teatro di straordinaria attualità. Con un elogio particolare a Nunzia Schiano perfetto alter ego della protagonista. Spoleto, teatro Nuovo. Festival dei Due Mondi.