Storie di donne moderne che si rimboccano le maniche

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Foto L. Belli - 2Dopo il debutto al Teatro Kopó di Roma, Elisabetta Tulli è di nuovo Ester in “Le ragazze di via Savoia, 31”, il 23 e 24 aprile presso il Nuovo Sala Gassman di Civitavecchia. La ragazza originaria di Civitavecchia, determinata ad accaparrarsi il posto da dattilografa per il quale attende in fila insieme a tante altre, sulle scale di uno studio commerciale di Roma, ricorda la gioia seguita alla precedente assunzione come donna delle pulizie e lo sconforto dopo essere stata licenziata. Eccezionale trasformista, la Tulli, è anche Caterina, toscana dall’atteggiamento moderno, che pensa prima al lavoro e poi all’amore perché vuole essere indipendente economicamente; Lucia, giovane madre romana, che non può occuparsi del figlio il quale, sbagliando, di tanto in tanto la chiama per nome anziché mamma; Rosa, col marito disoccupato e i bambini da mantenere, che lotta contro la mentalità dei parenti del sud secondo i quali deve stare in casa e non può lavorare.

Attraverso la narrazione di Ester e le canzoni associate alle quattro protagoniste in attesa di sostenere il colloquio, si rievocano la tensione, le aspettative e lo spirito di competizione che nasce tra di loro. La parola chiave che le accomuna è “emancipazione” ed assemblando lo spaccato di vita di ciascuna, emerge il ritratto della donna del dopo guerra che – secondo la visione dell’autrice – vuole rimboccarsi le maniche e dare prova di una grande forza interiore, anche nelle difficoltà.