La matematica, si sa, non è un’opinione. Ma da scienza precisa e puntuale può diventare Arte. Come? Attraverso una geniale associazione di idee che, per analogia, proietta il mondo matematico nella visual art italiana. Si chiama “None” ed è un collettivo artistico fondato a Roma da Gregorio de Luca Comandini, Mauro Pace e Saverio Villirillo, tre giovani talenti che hanno fatto di dispositivi virtuali e progetti digitali, in bilico tra arte e design, il loro manifesto. L’obiettivo è coinvolgere l’osservatore in esperienze non solo visive ma multisensoriali, indagando nel subconscio umano, nella fantasia e nell’immaginazione, attraverso installazioni interattive e multimediali in cui è fondamentale la ricerca tecnologica che, con un’attenta visione sperimentale, viene mescolata a nuovi codici estetici ed espressivi. Cercando di guardare oltre i soliti schemi delle industrie creative. E affrontando l’arduo compito di esplorare l’esistenza umana attraverso il flusso di coscienza. Una passeggiata creativa che None segue nella fase di realizzazione di ogni suo progetto, dall’ideazione sino all’installazione finale. Così la tecnologia incontra il lato artigianale della produzione artistica.
Da Google, poi, grazie alla scoperta di un algoritmo involontario, nasce l’opera “Deep Dream”, firmata None. Un algoritmo è un procedimento ordinato, basato sulla teoria della calcolabilità e volto a risolvere un problema, che proprio tramite l’applicazione di uno schema matematico, diventa risolvibile attraverso un codice. In “Deep Dream”, artwork che il collettivo romano presenterà al Maxxi di Roma durante lo Spring Attitude Festival 2016, dal 19 al 21 maggio, le immagini sono il prodotto di interpretazioni visive della realtà virtuale che viene rielaborata, con un effetto random e psichedelico, quasi a creare una sorta di “big bang” onirico, in cui il non senso dei dati proiettati streaming, è il frutto di post o selfie dell’attività digitale collettiva.
Dalla condivisione di figure sui social, passando per fail e tutorial che vengono inglobati e incamerati dal database Google, quasi per errore, si arriva alla creazione di un universo che è quasi un “sogno profondo”, parallelo alla realtà che, invece, tutti noi viviamo nel quotidiano. “Deep Dreem” non è solo visual art, ma un’esperienza poliedrica, fatta anche di manifestazioni sonore che assorbono, in un mondo più complesso e totalizzante, lo spettatore nell’opera d’arte. Per il Festival di Cannes, invece, dall’11 al 22 maggio, in collaborazione con l’Istituto Luce-Cinecittà, None ha progettato il padiglione Italia, all’interno del quale ci sarà l’opera multimediale “Universo elegante”, che omaggia il Cinema italiano. Una scultura cinetica, struttura- non struttura, che assomiglia ad una nuvola impalpabile, all’interno della quale saranno proiettate immagini tributo alla celluloide italiana. Dal soffitto 7000 strisce di tessuto mobili simboleggeranno le pellicole.
“Il collettivo None unisce due realtà professionali che provengono dal mondo dell’arte e della sperimentazione. Il nostro obiettivo è quello di andare oltre i classici schemi della curatela, sovvenzionando in maniera indipendente le nostre opere. Nello studio di via Libetta, infatti, lavoriamo in sinergia con l’intento di realizzare una factory in cui convergono diverse professionalità, dal designer al digital craftware ”, spiega Mauro Pace, uno dei tre fondatori di None.