Il realismo magico e speranzoso di Gino Castelli

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Gino Castelli è schivo, non risponde al telefono, non ama gli incontri. Sembra scorbutico, ma scrive lettere con magnifici disegni. Legge con attenzione i quotidiani, e se c’è un’inesattezza, la sottolinea con una gentile letterina all’autore dell’articolo. È così che è nata l’amicizia una quindicina di anni fa, per una discussa data di vita o morte di un pittore veneziano del ‘500. Da allora è cominciato un fitto carteggio con una persona intelligente, colta, e soprattutto con un grande artista.

La Piramide, Olio su tela, 1981
La Piramide, Olio su tela, 1981

La sua è pittura brillante, originale, raffinata. Paesaggi, figure, nature morte, realizzati con una con tecnica sapiente, non rappresentano solo la bellezza fisica delle cose, ma la loro anima. Ogni dipinto è un ricordo, un racconto, un’emozione vissuta. Le case sono senza finestre, ma vibrano di vita, al contrario le Finestre sono aperte e spaziano nell’infinito. Le figure dai grandi occhi incantati contemplano un mondo misterioso. Ci sono caratteristici ed ironici Pierrot, Gioconde dagli occhi chiari, ritratti di famiglia come Personaggi nella città fredda (La piramide), e ancora straordinari Cristi in croce (Cristo a Palù, 1985; Christus in campibus, 1987). Paesaggi innevati (L’inverno a Palù, 1968; Dopo la nevicata, 1969), in cui piccole case giottesche, simili a solidi colorati, ruotano sotto la neve spinte dal vento. Tutto un mondo da scoprire e da ammirare, in cui le note amare di un’esistenza sofferta, si sciolgono in tinte solari di un nuovo “realismo magico” intriso di speranza. Autodidatta esigente e severo, Gino Castelli, nato a Riva del Garda nel 1929, e vive a Trento, si accosta alla pittura a trentasei anni, nel 1965, con un’esperienza di cartografo. Formazione che influisce sulla minuzia dei disegni e pastelli e si intreccia, per contrasto, con i volumi delle pitture. Non segue le mode, studia invece i grandi artisti del passato e del presente. Visita mostre e musei, legge la letteratura artistica, i poeti greci e latini. E ascolta il respiro dei boschi, il rumore del vento e dei ruscelli, i sussurri della vita.

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Storica e critica d’arte, svolge attività di ricerca ed è autrice di libri, saggi e articoli specialistici. Collabora alle pagine culturali di importanti quotidiani. Tra i libri più recenti Vermeer (Mondadori 2008), Il «ghiribizzoso» Pontormo (Mauro Pagliai Editore 2008), Piero di Cosimo “ingegno astratto e difforme” (Mauro Pagliai Editore 2010), Artemisia “Tintora romana” (Sillabe 2013), Hokusai (Skira 2016), Orazio Gentileschi “astratto e superbo toscano”(Mauro Pagliai Editore 2016), Artemisia Gentileschi (Skira 2017), Picasso (Skira 2017), Boldini (Skira 2017), Tra pittura e bordello. La vera vita di Agostino Tassi (Mauro Pagliai Editore 2017), Sorolla (Giunti 2019).