Undici brani, cinquantanove minuti di ascolto, tra rock, rock d’avanguardia, musica colta, funk e jazz. Si presenta così Everyday Mythology (AltrOck Productions), l’album d’esordio dei Loomings, ensemble guidato da Jacopo Costa, poliedrico percussionista e compositore milanese.
E’ nel capoluogo lombardo che si è avvicinato alla musica, cominciando a studiare prima la batteria e poi le percussioni. Una borsa di studio Erasmus lo porta poi, tra il 2008 e il 2009, al conservatorio di Strasburgo, città dove ben presto si trasferisce. Qui, dopo diplomi e master, stringe rapporti di collaborazione con formazioni da camera e orchestre, ma anche con nomi cari agli amanti del rock progressivo come Yugen, Camembert, Ske, Francesco Zago. Il 2012 è l’anno di nascita dei Loomings, un progetto che condivide con il percussionista Enrico Pedicone, la vocalist Maria Denami ed i musicisti Ludmila Schwartzwalder, Benoît Rameau e Louis Haessler, tutti abili nel muoversi in territori musicali di confine. Ed il loro disco di debutto non si sottrae nello sfruttare appieno le loro diverse provenienze, spaziando tra generi differenti. E a proposito di generi, non pensate di ingabbiare la musica dei Loomings in categorie. “Ci piace scherzare con le etichette: su Facebook ci definiamo ‘Highly Idiosyncratic Music’ e una volta in concerto ci presentammo come ‘rock fenomenologico’, dicendo al pubblico: “Credete di non sapere cosa voglia dire, ma se cercate dentro di voi lo scoprirete” – ha dichiarato il frontman della band – In questo modo vorremmo sensibilizzare il pubblico sul valore delle etichette di genere, che spesso diventano un ostacolo alla libera espressione. Il messaggio è: ascoltate la nostra musica e cercate di capire se vi piace o no e perché, piuttosto che preoccuparvi di definirla in un modo o in un altro”.